Il fotografo: uno dei professionisti più apprezzati e richiesti nel settore dei media. Con la possibilità di captare istanti incredibili, di raccontare storie e di catturare emozioni, il fotografo è in grado di creare opere d’arte che lasciano di stucco chi le guarda. Ma è il fotografo stesso che lavora costantemente per rendere possibile tutto ciò? In altre parole, ciò che vi lavora il fotografo?
La risposta si trova nella scienza
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo immergerci nella scienza dei fotografi. Secondo gli studi di Peter Zec, professore di fotografia all’Università di Bologna, "il fotografo è un mediatore culturale che lavora per creare un’esperienza visiva che coinvolge lo spettatore". Secondo Zec, il fotografo è in grado di controllare le iperstimolazioni per creare un’esperienza soggettiva che scaturisce dal confronto tra la rappresentazione fotografica e la realtà.
Un altro importante contributo alle nostre conoscenze provenientano dagli studi di Susan Sontag, l’autore del libro "In piedi alle finestre". Sontag sostiene che il fotografo è costantemente impegnato nella creazione di un’immagine dell’altro, immagine che è paradossalamente tanto vera quanto falsa.
Gli sforzi del fotografo, secondo Sontag, dunque sono tesi alla costruzione di un’esperienza visiva complessa e multistrato. Anche l’autore tedesco Jean Baudrillard conferisce attenzione sulla mediazione culturale, avviata dal fotografo in quanto costruisce interpretazioni false e false interpretazioni che producono la riproduzione culturale degli oggetti.
Questi autori sono di fondamentale importanza in quanto ci parlano della complessità e complessificazione che i soggetti in questi contesti fotogravici subiscono. Il fotografo in verità non rispecchia mai con precisione la realtà. Ciò è evidente nonostante le molte volte le immagini fotografiche vengano definite come rappresentazioni della realtà, poiché è proprio del fotografo rappresentare interpretazioni esistive, non rappresentazioni dell’oggetto che trova davanti la macchina fotografica.
La teoria della rappresentazione fotografica, affrontata da studiosi di fotografia, è correlata con il concetto di falsità degli oggetti fotografati. Il fotografo, rivela la teoria della rappresentazione fotografica, non rispecchia mai esattamente l’oggetto fotografato. Ciò è evidente se si tiene in considerazione il fatto che gli attrezzi fotografici non riescono a catturare in toto l’immagine fotografata, in quanto questa è degradativa sempre per via dell’assistenza osservata e la stessa tecnica di cattura che l’impronta sulla carta in modo istantaneo – in quanto non vi è mai verità e insomma fede.
Tuttavia, il concetto di rappresentazione fotografica è un campo di studio acceso e dibattuto tra i fotografi. Alcuni studiosi e fotografi sostengono che la rappresentazione fotografica sia un processo unico e inedito che non può essere spiegato semplicemente come una rappresentazione della realtà. Un concetto analogo è quello della rappresentazione della realtà. Questo può avvenire di diverse modalità, come la rappresentazione di sensazioni, emozioni, o eventualmente il pensamento del soggetto in atto.
Case Study
Un caso studio particolarmente interessante riguarda la serie di foto della fotografa Alice Taranto. La Taranto, in un progetto fotografico intitolato "Il giardiniere delle specie", ha voluto esplorare l’universo della flora e dell fauna contemporanea. Attraverso la sua lente, la Taranto ci ha mostrato un mondo lontano e inaspettato, popolato da creature imprevedibili e fragili. Ma cosa ci dice questa serie di foto in merito a "vi lavora il fotografo"?
Secondo Taranto, "il fotografo è come un mago che riesce a catturare l’essenza di un istante, a trasformare l’invisibile in visibile". Ecco come la Taranto descrive il suo processo di lavoro: "Sono sempre alla ricerca della perfezione. Voglio catturare l’istante perfetto, l’istante in cui la creazione è nata. Questo è il momento in cui il fotografo diventa un doppio del soggetto fotografato". Questo, anzi, il fatto che il fotografo trova, attraverso i suoi attrezzi fotografici un’imperfetta e falsificata rappresentazione della realtà, rende chiaro come il fotografo non abbia la sua immagine compresa, ma in quanto gli serve per comunicare meglio e con precisione ciò che il soggetto che gli sta davanti esprime.
Conclusioni
In conclusione, sarà difficile dare una risposta netta a questa domanda. Sappiamo che il fotografo non lavoro mai sul soggetto fotografico, ma che il fotografo, attraverso la rappresentazione fotografica, interpreti la realtà e il contenuto che gli esprimo.
Il fotografo è uno strumento incisivo e versatile per la comunicazione visiva, che ci offre la possibilità di esplorare, vedere, e interpretare la realtà in modo unico e inaspettato.
Ecco come ci dice.