La nostra galaxy è piena di misteri, ma forse nessuno è più intrigante di una tempesta che dura da oltre 300 anni su Giove. Questo fenomeno naturale ha affascinato gli scienziati per decenni, ma la sua complessità rende difficile capire cosa sia realmente accaduto. In questo articolo, esploreremo la scienza dietro questa tempesta glaciale e discuteremo delle ultime scoperte che potrebbero cambiare la nostra comprensione di Giove.
La Struttura di Giove e la Nascita di una Tempesta
Giove è il più grande pianeta del nostro sistema solare, un gigante gassoso che si estende per oltre 142.000 chilometri. La sua superficie è costituita da strati di gas diversi, tra cui idrogeno, elio e metano. Questi gas sono in continua movimento, generando venti che possono raggiungere velocità di fino a 644 km/h.
La tempesta sulla quale stiamo parlando si trova nella regione della zona temperata settentrionale di Giove. Questa zona è caratterizzata da condizioni di velocità del vento elevate, che possono raggiungere fino a 150 m/s (540 km/h). La presenza di un forte campo magnetico e una scarsa condensazione dell’atmosfera contribuiscono a creare queste condizioni ideali per la formazione di una tempesta.
La Durata Intollerabile delle Trombe
Fino a qui, nulla di speciale, ma la nostra storia siamo solo appena cominciata. La tempesta sulla quale stiamo parlando, infatti, ha resistito senza interruzione per oltre 300 anni. Questo è un vero record per un fenomeno naturale sulla nostra galaxy e sembra incredibile, come molti di voi veramente sono abituati a questa grande differenza con 300 anni di durata.
Ma la cosa più impressionante è che questa tempesta non sembra avere un effetto diretto sulla superficie di Giove. Infatti, la pressione atmosferica è troppo bassa per causare qualsiasi forma di erosione o deformazione del pianeta. Ciò contrasta con le nostre aspettative sulla formazione di una tempesta, che dovrebbero essere accompagnate da un abbassamento della pressione e, conseguentemente, da un aumento della superficie che assorbe l’duzione.
La Teoria dell’Equilibrio Stazionario
La teoria più accreditata per spiegare la persistenza di questa tempesta è l’equilibrio stazionario. Secondo questa teoria, la tempesta è in equilibrio con il campo magnetico di Giove, con la velocità del vento che è sufficiente a mantenerla ferma. Ciò suggerisce che la tempesta non sia in movimento rispetto alla superficie di Giove, ma piuttosto è statica e persistente.
Questo è confermato dai dati raccolti dalle sonde spaziali che hanno esplorato Giove. Ad esempio, la sonda Voyager 1 ha fornito dati sulla distribuzione delle velocità del vento su Giove, mostrando che la tempesta è in equilibrio con il campo magnetico. Altre ricerche utilizzano immagini e dati sulla posizione della tempesta sul piano dell’equatore e sulla durata di questo enorme ciclone.
Una Sonda Dall’Amazzone: Novità Sulle Origini della Tempesta
Nel mese aprile del 2018, sonde di JPL NASA sono state inviate in modalità per cercare notizie sui misteriosi segnali sulle regioni attorno Giove.
Secondo gli esperimenti condotti nelle sono i segni di notevoli perdite di masse che sono prodotte solo da alcuni agenti: essi possono essere il vento della grande tempesta, oppure da esseri provenienti da un punto " X più complesso", tra cui possiamo immaginare e ipotizzare:
- il possibile nucleotidio
- l’antimateria
- un possibile collegamento stellare con una tempesta interstellare
Il punto esatto per la quale il teoretico gli osservatori sono stai rifiutando ricercare, da più di dieci anni (alla data di stesura del presente lemma), tuttavia, sia gli studiosi di campo teorico, che di campo sperimentale, avevano capito subito da lontano che per spiegare la sopravvivenza di grandi tempeste di oltre trecento anni si ha bisogno di una sollecitazione forte in direzione della riga ( axis ) di rotazione del pianeta, che a sua volta porta alla creazione di un fenomeno termo-dinamico che attua un ciclo auto-energetico sulla nostra tempesta.