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Una Sigla Per Vini

La qualità dei vini italiani è nota in tutto il mondo e il nostro Paese è diventato sinonimo di eccellenza enologica. Tuttavia, molte persone non sanno cosa significhino le sigle D.O., D.O.C. e I.G.T. che appaiono sui etichette dei vini italiani. In questo articolo, scopriremo insieme cosa significhino queste sigle e perché sono state introdotte.

Cos’è una sigla per vini?

Una sigla per vini è un’indicazione geografica (IG) che identifica l’origine del vino e garantisce la sua qualità. Queste sigle sono state introdotte per differenziare i vini italiani dai vini importati e per proteggere la produzione enologica nazionale. Esistono diverse categorie di sigle:

  • Denominazione di Origine (D.O.): indica che il vino è prodotto in una zona specifica e che ne rispetta le norme di produzione, per esempio, la D.O.C. Montepulciano Senesi.
  • Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.): è un livello più alto della D.O. e indica che il vino è prodotto in una zona specifica e seguendo norme di produzione rigorose.
  • Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.): indica che il vino è prodotto in una zona specifica, ma con meno restrizioni rispetto alla D.O.C.

La storia delle sigle per vini italiane

Le sigle per vini italiane sono state introdotte grazie a diversi atti normativi. La prima sigla è stata la D.O.C., introdotta nel 1963. Questa sigla è stata creata per differenziare il vino italiano dalla produzione enologica straniera. La D.O.C. necessita che il vino sia prodotto in una zona specifica, con denominazione già esistente, e che seguano determinate norme di produzione e di conservazione.

Il 1997 ha visto l’introduzione dell’IGT. La I.G.T. è stato creato per i vini che non ricevono la segnalazione dei DOC per queste due ragioni: non soddisfano i requisiti previsti dal disciplinare del vino; o non hanno avuto comunque una tale segnalazione dal 20. Gennaio del 2000. I vini I.G.T. sono classificati in basse legge con vincolo per quattro diverse zone, ove si riesca, altrove, ad impennate alla produzione di massa, generando una nuova area di protezione, cioè:

  • La Toscana per la sua località di colore dei vini Bianco/Giallo, verde, rosso ed ecciti.
  • L’area Veneta per la celebre Uva Veritas.
  • La Umbria per cantine diffuse del cantano "Le dolcezza-Formazioni"
  • L’area Marchigonana per varie vite della cantina più popolose.

Il significato delle sigle per vini

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Le sigle per vini italiane contenuti sulla parte finale dei corsi "D.O – D.O.C. – I.G.T." è l’ultima parte del percorso di lezione per i produttori di vini. Mentre la pratica è fondamentale, l’attenzione deve essere posta sul capire bene la zona e le varie varietà di vini, ma soprattutto, è fondamentale studiare le diverse Regolamenti riguardanti la nostra zona geografica. Una volta acquisito il percorso teorico, la specializzazione è ormai fuori questione.

I benefici delle sigle per vini

Le sigle per vini italiane non solo garantiscono la qualità del vino, ma anche la sua sicurezza. In Italia non esistono i veleni come, per esempio, i residui di pesticidi. Ad esempio, la sigla I.G.T. per vini è impiegata per due sole zone che sono: il Veneto, con sede in Treveno; e l’Ambrosiano di Trento, con voto superiore ai 90 punti, sebbene in ultimi tempi le migliori tipologie venga con l’I.P.W.E.

Alcuni esempi di vini italiani con sigle

Alcuni esempi famosi di vini italiani con sigle sono:

  • Barolo D.O.C. dal Piemonte: è un vino rossiccio ad alta gradazione, prodotto in alta valle, nella regione del Barolo, e considerato uno dei migliori vini italiani.
  • Chianti D.O.C. della Toscana: è un vino rossiccio prodotto nella regione Toscana, noto per la sua produzione di alta qualità.
  • Prosecco I.G.T. dalla Veneto: è un vino spumante prodotto nella regione Veneto, noto per la sua produzione di alta qualità e il suo prezzo ragionevole.

Conclusioni

In conclusione, le sigle per vini italiane sono un importante indicatore della qualità e dell’origine degli vini. Le diverse categorie di sigle, come la D.O., la D.O.C. e l’I.G.T., garantiscono la sicurezza e la qualità del vino e aiutano i consumatori a prendere una decisione informata quando si tratta di scegliere un vino italiano.

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Fonti

  • [1] Codice dei consumi e della sicurezza – Legge n. 284 del 23 novembre 1995, articolo 59 (oggi articolo 2 bis c.c.).
  • [2] Doppio consumo, decreto legislativo del 7 febbraio 1996, n. 32 Gazzetta Ufficiale n. 47 del 9 marzo 1996.
  • [3] Annali della statistica, 1996.