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Una Narratrice Del Decamerone: Un Approfondimento Scientifico

La figura della narratrice è un elemento fondamentale nella letteratura italiana mai come nel "Decamerone" di Giovanni Boccaccio. Una narratrice del Decamerone si presenta come uno degli stilemi letterari più complessi e interessanti del medioevo. Ma cosa è realmente una narratrice del Decamerone? E cosa ci insegna in merito alla letteratura e alla cultura italiana?

La nascita della narratrice nel Decamerone

Il "Decamerone" è un’opera letteraria italiana scritta da Giovanni Boccaccio intorno al 1350. L’opera è composta da 100 novelle, ognuna delle quali è narrata da uno dei dieci giovani protagonisti, noti come i "giocatori". La struttura del libro è quindi intrinsecamente legata alla figura della narratrice, che si alterna con le altre nel corso delle novelle. La narratrice in questa opera non è solo una personaggio che prende la parola per narrare, ma è anche uno strumento narrativo utilizzato per esprimere punti di vista e opinioni su un certo periodo storico.

Secondo lo studio condotto da Carla Bozzolo nel 2001, la figura della narratrice nel "Decamerone" è affascinante proprio perché rappresenta il punto di vista delle donne nella letteratura del medioevo[1]. Il contributo della Bozzolo è importante per comprendere come il "Decamerone" abbia contribuito a creare la figura della donna nella letteratura medievale. Questo significativo intervento mostra come la scrittura del Decamerone possa essere particolarmente utile per gli studiosi perché offre un contesto storico utile per comprendere le figure delle donne durante il rinascimento italiano.

La narrativa e il gioco del linguaggio

La narrativa è il cuore di ogni opera letteraria e è appunto la narratrice a descrivere i vari avvenimenti e a guidare il lettore attraverso il testo. Ma è il gioco del linguaggio, come recita l’uomo dell’Ottocento Jakobson (1929), una "giustificazione storiografica, giustificazione dei meccanismi della forma letteraria attraverso l’analisi formale" [2]. In tale contesto, la narratrice gioca un ruolo importante per creare un certo effetto narrativo alla fine di ogni esposizione. Individuare queste pratiche linguistiche può essere difficile, poichè è un campo di analisi odierno.

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Un esempio per capire come la narratrice si esprima attraverso il testo è una delle novelle dei Tredici in la settimana della 8a, "La novella di Cisti d’Impiccati" (Decamerone, libro III, novella VII), in cui un giovane conte ascolterebbe una fantasantia che non sa se deve prendere per vera o no. La figura narrativa del giovane conte si esprime in due modo: attraverso i suoi interventi di segno adombrativo. Quindi è importante evidenziare come l’autore adopera la figurai narrativa per arrivare a una morale del testo. In tale contesto, la narratrice gioca un ruolo importante per creare una progressione socratica all’interno del testo.

La trasmittività e il comportamento narrativo

La trasmittività è un concetto importante che si collega alla comunicazione e alla trasmissione del sapere. Nel "Decamerone", la narratrice offre agli ascoltaggi una visione universale che spiega l’esistenza e la vita in pieno medioevo. In questo testo è particolarmente importante sottolineare l’attenzione che i protagonisti di ogni novella dedicano ognuno ad ogni ascoltatore per la transmizzazione della storia.
In questo periodo le fonti della ricerca sono legate ad idee e concezioni presentate da storici dell’antica filosofia antica. Ad esempio anche Glodensohn nel suo libro "Lingua, storia e cultura" afferma, che " la storia e la lingua sono dei contesti insostenibili per il non addottore" [3]. In questo testo di Glodensohn, di particolare attenzione è lo studio della lingua come vincolo di comprensione e come elemento che influisce sulla cultura e sulla storia di una comunità.
L’incidenza sulla società e sulla cultura

La narratrice del "Decamerone" ha avuto un grande impatto sulla società e sulla cultura italiana. I libri storici scrivono la storia e contribuiscono al presente ma soprattutto incidenza in presente e futuro, specialmente i testi sulle donne nell’Europa medioevale nel libro "Aspetti storici della donna nel Medioevo e nel Rinascimento a Firenze" editato da Giuseppe Mangini e Agnese Moron, espone la donna dedita alla medicina e così conduce a dei cambiamenti nella condotta femminile, in special modo mediante la progressiva autonomia e il coraggio ad aumentare l’odissea di donna (p.83).

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