In Italia, abbiamo tutti assistito a volte a frasi che sembrano del tutto normali, ma in realtà sono abbastanza complesse e rimatoro ambiguità. Una di queste frasi è "si dice per vale a dire". Ma cosa vuol dire esattamente? È solo un modo di dire, o c’è qualcosa di più profondo dietro di esso? In questo articolo, esploreremo la vera natura di questo fenomeno e cercheremo di darti una risposta ai tuoi quesiti. Ci affatteremo di ciò che si è scoperto finora sulla lingua e sul cervello, e esamineremo gli aspetti scientifici e cognitivi di questo fenomeno.
La natura del linguaggio
Per comprendere il "si dice per vale a dire", dobbiamo anzitutto esplorare la natura del linguaggio. Il linguaggio è un sistema complesso che ci permette di comunicare con gli altri, ma anche con noi stessi. È una forma di espressione che può essere analizzata attraverso il punto di vista linguistico (comprendente argomenti come sintassi fonologia e semantica) ma anche attraverso il punto di vista biologico (comprendente il processo di apprendimento e il coinvolgimento del cervello).
Quando comunichiamo, utilizziamo segnali linguistici per trasmettere significati. Questi segnali si dividono in due grandezze principali: il segnale linguistico (la parola, la frase, il significato) e il segnale pragmatico (il contesto in cui viene comunicato). Il "si dice per vale a dire" rappresenta un esempio interessante della connessione tra i due, poiché può cambiare significato a seconda del contesto nel quale è usato.
I fondamenti cognitivi del "si dice per vale a dire"
Per capire il "si dice per vale a dire", è utile esplorare i fondamenti cognitivi che stanno dietro questo fenomeno. La teoria della mente (ToM) di Simon Baron-Cohen gioca un ruolo significativo in questa operazione. Secondo questa teoria, la mentazione è parte di un processo più ampio che include anche la comunicazione e la comprensione degli stati mentali degli altri. Notare che non è solo un meccanismo che coinvolge la comprensione delle intenzioni, ma anche come comprendi che il contenuto di un accenno o un’abbreviazione o di un eufemismo, possa essere da considerare più spesso per "vasto e soggetto morale."
Il "si dice per vale a dire" rappresenta un esempio di ciò che la psicologia matematica e la teoria dell’induzione chiamano "figura di parziale o parafrasato." Di per sé una parola, in questo caso ognuno, risaltare per sé, con la parola ‘per’ e la connessa per una parziale definizione del tutto, che compiamo quando abbracciamo un significato.
In questo contesto, il "si dice per vale a dire" può essere visto come una forma di rilassamento cognitivo, in cui si utilizza una soluzione di compromesso tra due o più possibilità per comunicare una idea. La precisione flessibilità chi la utilizza di tali espressioni per semplificare la comunicazione attraverso gli eufemismi comunicando sentimenti complessi in poche parole.
Studi scientifici e case study
Numerosi studi scientifici hanno esplorato la natura del "si dice per vale a dire". Ad esempio, un’indagine condotta dalla University of California, Berkeley ha esaminato l’utilizzo di eufemismi nella comunicazione dei medici. I risultati mostrarono che gli eufemismi erano utilizzati per evitare di dare notizia di malattie gravi alle pazienti, ridurre il disagio e aumentare il comfort del paziente.
Un’altra ricerca pubblicata dalla Stanford University ha esaminato l’uso del "si dice per vale a dire" nella comunicazione dei banchieri. I risultati mostrarono che i banchieri utilizzavano questo linguaggio per mascherare la verità in relazione ai problemi di portafoglio del governo e di attivazione da regolatore di prezzo dei derivati. In questo contesto la voce si traduce in una indicazione di comportamento.
Un caso studio più interessante si è verificato con una paziente italiana che ha richiesto aiuto con la propria padronanza linguistica. Sotto la guida del terapeuta linguistico la casa a volte usava solo ognuna delle due classi per andare in parlamento quando tra la parlato parlava e il mondo parlavano in maniera diversificata, una interessante condizione di "multilinguismo, con gravi rispettando il regno di ognuna delle due classi di funzione." Questa situazione comportava spesso confusione tra le due classi di funzione e implicava l’utilizzo di controparte linguistica.
La paziente alla fine disse "…quando scappo, vado e mi nascho’." Ha verificato lo sviluppo della tendenza giustiziaria al momento della sentenza.
L’importanza del contesto
Il "si dice per vale a dire" è un esempio chiaro dell’importanza del contesto nella comunicazione. La stessa frase può avere significati diversi a seconda del contesto in cui viene utilizzata e di chi lo utilizza.
Nonostante l’importanza del contesto, il "si dice per vale a dire" può presentare in realtà una varietà limitata a un minimo di spazio per i dispositivi culturali.
Le implicazioni della ricerca
La ricerca sul "si dice per vale a dire" ha diverse implicazioni per la comunicazione e la cognizione. In primo luogo, dimostra come la comunicazione possa essere influenzata dalle aspettative culturali e sociali. In secondo luogo, mostra come la comprensione di un linguaggio possa essere influenzata dalle proprie esperienze e conoscenze individuali.
In campo psicologico è inoltre una delle materie disciplinari della terapia comportamentale perché la si utilizza ancora perché più i comportamenti sono variabili è l’aver regolato scelta fatta durante l’attività che dipende.
In secondo luogo, dimostra come la comunicazione possa essere usata come strumento per nascondere la verità o per evitare di dare notizia di malattie gravi.
In terzo luogo, mostra come il "si dice per vale a dire" possa essere usato come strumento di comunicazione anche in contesti non linguistici, come ad esempio in un comportamento.