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Se è Naturale Non è In Scala: Comprenderne Le Implicazioni In Campo Scientifico

La frasi "se è naturale non è in scala" è una riflessione comune quando si discute della conformità chimica e farmacologica dei prodotti naturali come alimenti, integratori e farmaci erboristici. Molti esempi possono essere citati per esemplificare come ciò non sia sempre vero, e proprio per questo è importante esplorare in dettaglio il significatoScientifico di questa affermazione.

La difformità tra naturale e isolamento degli ingredienti

Un primo punto da considerare è la Difformità tra la struttura chimica degli ingredienti naturali nella loro forma di libero uso e la composizione degli stessi quando isolati attraverso il processo dell’industria farmaceutica/ alimentare. Ossia i componenti isolati e utilizzati per formare prodotti più complessi, non corrispondono allo stato a cui si può spontaneamente reperire in natura. Infatti, mentre una matassa di cotone contiene fibre cellulose diverse rispetto a quelle isolate e purificate per essere utilizzate per tessuti.

I casi di flavenoidi

Per esemplificare questa idea, richiamiamo i flavenoidi, diventeremo ben presto a conoscenza di come una rappresentazione di questi composti in linea con cosmetici e medicinali possano essere molto differenti da come li troveremo isolati. Per fare questo basterà effettuare un studio dei flavenoidi nel loro contesto naturale, alchimie dei flavenoidi

Gli esempi iniziano a sorgere comunque da campi ampi e diversificati.

Utilizzo di estratti (ad esempio per polveri contenenti estrati di polen apicole) in abbinamento con terapie di sostegno per specifiche patologie, o ancora essenze utilizzate in aromaterapia.

Una visione complessa

Considerare che la cosiddetta "scala" non tenga presente nel materiale da impiegare, se si utilizza un estratto, la variegata e mutevole miscela di specie contenute (mentre se questo materiale viene affinitizzato, esso inizierà a isolare una particolare molecole facente parte), ad esempio i composti all’interno di una miscela preparata con essenze funge ad un continuo. L’estratto riunisce diverse specie co-simbiosi, su sempre diversamente distribuite alterazioni idrauliche.

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Come le proprietà dei prodotti naturali si alterano in laboratorio

Molti studi hanno dimostrato che il trattamento con metodi di espressione cellulare, solubilizzazione di complessi biomolecolari, trattamenti e interazioni biofisicobiologiche di agenti chimici nei quali i trattamenti e gli strumenti usati alterano le proprietà di ingredienti che si possono trovare in flora e fauna in natura. Queste alterazioni apportano interessanti conseguenze in termini di scale.

Un esempio emblematico è il modo in cui i Coenzimi Q10 sono prodotti medicinali e ad alimentari. Nel suo aspetto naturale il Coenzima 10 è formato da 3 unità polimeriche e una quarta unità organo metallica composta con un nucleo poliphenolico metallico. All’interno del microbioma di ogni organismo poliphenolici compaiono altrettanto mutevoli impurità che dipendono da liville e propedeutici, inoltre nel laboratorio l’unità ad acido fumerico/ succinici compaiono isolati e stabiliti: quelli con le forme chimiche in particolare: estere/ acetato ossosuccinato.

La differenza in termini di effetti farmacologici

Queste alterazioni nella struttura e composizione degli ingredienti naturali possono comportare significative differenze negli effetti farmacologici rispetto a quelli del prodotto originale in natura. Ad esempio, se un estratto da piante contenente flavonoidi viene isolato e separato nelle sue componenti individuali, l’effetto farmacologico dei singoli flavonoidi può essere diverso da quello del composto multi-composto attivo in natura.

Il cosiddetto "effetto sinergico" che si può trovare negli prodotti naturali, dove ogni composto svolge un ruolo specifico, può essere compromesso se gli ingredienti sono isolati e utilizzati singolarmente. Questo può portare ad un aumento degli effetti collaterali e ridurre l’efficacia generale, come per esempio nello studio approfondito di alcuni enzimi tipizzati nelle ricchezze biofarmacistiche.

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Risultati di uno studio

Un ricco esempio del cambio negativo portate dall’isolamento trova alcuni passaggi nel dettaglio a proposito della sperimentazione sui primi cosmetici, di alcuni erboristi e chimici, sulla scorta utilizzata per olio e pomade contenenti gelificanti a base meristematico/ flavonoidi e loro sinonimi.

La sperimentazione si svolse su 2000 donne selezionate perché con sofferenze eczemosi e o altre forme d’idrattosi cutanee ereditarie come prurito le spalle. Per un periodosi di due mesi continuarono a manifestare sgradevole irritamenti della pelle e erano nemiche di olio, pomata e olio usati regolarmente. Ad alcune donne (1000) furono applicati impacchi, regolari massaggi corporali e applicazione di pomata/ gelanti da erboristico (contenuto in maggioranza di meristematico, contenuto in flavonoidi), circa una volta a settimana.
Altri pazienti (2000) erano invece affetti da secchezza eccessiva della cute come la psorisois con sofferenza all’epidermide nello andilode.

Anche in questo caso massaggi, applicazioni di impacchi , corretta applicazione di attrezzatura adeguata non portò praticamente per un attimo alcun miglioramento cosmetico. Se noti il massiccio aumento che le pomate usano composto meristemico e chimico nel contenuto che si sentivano di mettervi mani, era senza alcuna possibilità di alcuna reazione dermatologica d’infiammazione cutanea, con applicazione di olio e creme che non contenevano le dettagli sopracitato in precedenza.

Pertanto, viene definitivamente confermata differenza tra naturale e composto isolato.

Ecco quando, dentro un’area del prodotto "qualunque" mai da questa maniera, diviene inopportuno ripetersi cose di questa maniera, mettendo in luce quindi la complessità da compreme tra i composti vegetali "naturale".