La scienza del vivere in comune, che coinvolge la condivisione di spazi, risorse e responsabilità nei contesti abitativo e urbano, è un tema che ha guadagnato sempre più attenzione negli ultimi anni. Questo fenomeno, noto anche come "comunità di vita" o "abitato compatto", richiama l’attenzione degli abitanti e dei ricercatori su un nuovo paradigma per la creazione di città sostenibili e vivibili. Nel corso di questa guida, esploreremo le scienze sottostanti il potere della condivisione, presentando le proprie evidenze scientifiche e casi di studio.
L’evoluzione della scienza del vivere in comune
La storia della scienza del vivere in comune è lunga e complessa, con radici in diverse tradizioni culturali e filosofiche. Tuttavia, è solo negli ultimi decenni che questa disciplina ha iniziato a svilupparsi come campo di studio indipendente. Gli studiosi hanno iniziato a considerare il vivere in comune come un fattore chiave per la salubrità ambientale e la coesione sociale, e hanno iniziato a studiare gli effetti della condivisione su diversi aspetti dell’esistenza umana.
Una delle prime ricerche che ha contribuito a delineare il potere della condivisione è stata condotta da Mark Granovetter (1973) sulla teoria della scelta del vicino. Lo studioso ha proposto che la scelta di associazioni con le quali condividere spazi pubblici e attività quotidiane dipende da fattori demografici e sociali. Tuttavia, negli ultimi anni, gli studi hanno cominciato a enfatizzare l’importanza dei fattori psicologici e dei bisogni umani nella costruzione delle relazioni interpersonali.
La psicologia della condivisione
La psicologia della condivisione si occupa di comprendere i comportamenti e le tendenze che guidano le interazioni sociali nel contesto del vivere in comune. Alcuni dei principali fenomeni psicologici che sono stati studiati includono:
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Il senso di appartenenza: la possibilità di appartenere a una comunità più ampia può rafforzare la sensazione di ideale socializzazione e appartenenza (Durkheim, 1912). Questo senso di appartenenza è strettamente legato alla capacità dei membri di una comunità di cooperare a vicenda e di supportare i propri membri.
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La fiducia reciproca: la fiducia è un fattore essenziale per la socialità e i rapporti umani e gioca un ruolo fondamentale nella costruzione di comunità. Le relazioni fondate sulla fiducia possono facilitare la collaborazione e la cooperazione e favorire rapporti seguenti.
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La condivisione emotiva: la condivisione emotiva e l’espressione dei propri sentimenti possono fungere da ponte tra gli individui, stabilendo legami più profondi e sostenibili. La condivisione emotiva può aiutare a diminuire l’isolamento e aumentare l’empatia.
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La capacità di abbattere la barriera di reciprocità: la reciprocità, ovvero la regola in base alla quale si aiuta automaticamente il prossimo se è aiutato io, è fondamentale per favorire la socialità e una ricchezza di relazioni stabili. Sforzi possono essere portati a termine per abbattere tale barriera.
La ricerca caso: Comunità sostenibili
In questi ultimi decenni, gli studiosi hanno iniziato a creare più community per capire quali siano le scienze su cui si basa la scienza del vivere in comune. È noto che una delle prime comunità composte da persone dall’esperienza di vita molto diversa è stata lanciata a Moreland Court, un condominio per caseggiati ad appartamenti costruita nel 1965. I conduttori di tale progetto hanno sempre iniziato affrontando questioni legate alla distribuzione delle aree pubbliche, come i parchi giochi.
Gli studiosi hanno sottolineato come la condivisione di spazi pubblici possa portare ad una serie di benefici per la salute mentale degli abitanti, come:
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Una più forte capacità di rilassarsi: le persone in genere possono facilmente accedere a spazi verdi e scoprire nuove attività, contribuendo attivamente all’educazione alimentare sana.
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Una minor disoccupazione tra i genitori: queste comunità prendono parte attiva alla crescita dei propri figli grazie a una più densa quantità di attività e strutture di welfare comunitarie e ne aumentano le loro possibilità di impiego.
La scienza della condivisione: Implicazioni e prospettive future
La scienza del vivere in comune, come campo di ricerca, giunge a evidenziare un potenziale universale tra genitori. Gli studi dimostrano che la condivisione dei servizi può arrivare a influenzare, sia per positivo o per negativo, diverse variabili legate al bene-piu dei bambini, per esempio riducendo l’insicurezza, diminuendo l’abuso di sostanze e favorire ulteriormente la condivisione tra le famiglie madri e padri all’interno della comunità.
In questo viaggio attraverso la scienza del vivere in comune, abbiamo cercato di far guadagnare terreno alle implicazioni concrete per un’azione concreta con cui favorire le comunità dei più piccoli di tutte le epoche, aumentare le potenzialità dei bambini, aumentare il senso di appartenenza per le fazioni stesse, ma allo stesso tempo diminuire l’isolamento.