La letteratura medievale italiana è ricca di opere d’arte che hanno catturato l’immaginazione degli italiani per secoli. Una delle opere più famose e studiate è l’Orlando Furioso, scritta da Ludovico Ariosto nel XVI secolo. La storia di Orlando e dei suoi avventure ha ispirato generazioni di lettori e ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana. Tuttavia, cosa sappiamo effettivamente dell’autore dell’Orlando Furioso e della sua relazione con la letteratura medievale italiana? In questo articolo, esploreremo le fonti e le opere del grande poeta italiano, analizzando le sue relazioni con altri autori e le influenze sulla letteratura medievale italiana.
Studi sulla vita e l’opera di Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto (1474-1533) è stato un poeta italiano del Rinascimento, considerato uno dei più grandi rappresentanti della letteratura italiana del suo tempo. La sua opera più famosa, l’Orlando Furioso, è una epica scritta in ottava rima, che narra le avventure dell’eroe Orlando e dei suoi amici e nemici, tra i quali Sigismondo Malatesta, Germonio e Filomena.
Ariosto nacque a Ferrara, nell’Emilia-Romagna, e studiò a Bologna e a Mantova. Dopo aver lavorato come segretario e poeta per alcuni nobili, si trasferì a Venezia, dove divenne un personaggio di circolo letterario e l’orso della corte veneta. Tuttavia, la sua opera è stata anche oggetto di critiche e controversie, soprattutto a causa della sua rappresentazione dei personaggi femminili, considerati troppo ammorbiditi e indulgenti nella cultura del tempo.
D’altra parte studi recentemente, condotti dai professori Andrea M. Colagrossi e Antonio Cottini, hanno messo in luce l’importanza dell’Orlando Furioso nello sviluppo della letteratura italiana. Secondo gli autori, la poetica di Ariosto è stata influenzata da molteplici origini culturali, tra cui il latino, il greco e il francese, e ha contribuito significativamente allo sviluppo di una lingua italiana unita e moderna.
Debiamo dunque ricordare che la rappresentazione del Saraceno, l’ipotetico nemico storico delle popolazioni cristiane rappresenta l’ elemento dei rapporti tra l’Italia e il Medio-Oriente durante il rinascimento.
Tuttavia con finalità prettamente critica alcune opere più recenti spigoliare vaste noti storici, che pongono in questione gli obiettivi principali nello sviluppo della letteratura italiana, quando hanno cercato di sottolineare la voce nascosta che governò la riscoperta della lingua italiana dal Rinascimento al Seicento.
La critica all’Orlando Furioso è stata il primo ad prendere in considerazione la "stemma" di un capolavoro del passato, ma tale attenzione non sembra essere stata mai focalizzata su un personaggio fondamentale, come Lodovico Ariosto che guidò la voce della letteratura italiana e del Rinascimento.
In Altre opere, il leggendario Orlando racconta le vicende dei dodici canti della sua navigazione attraverso un mondo di emozioni e azione.
Ricordando l’influenza (notevole) che l’autore di questo capolavoro ha avuto per la lingua italiana l’Orlando Furioso di Ariosto, finisce per essere la spina all’occhio della critica e della riflessione su una cultura letteraria che dovrebbe il nome di non rispecchiare esaustivamente la tipicità del suo autore.
In generale l’attenzione verso Ariosto segna a lungo la politica letteraria dell’italia.
La letteratura tedesca, con la sua tradizione di epici e romanzi di pellegrinaggio, ha sembrato essere un modello di ispirazione per Ariosto nell’orlano furioso.
Secondo le fonti storiche, Ariosto faceva spesso la figura di poeta e musicista in "salone", in compagnia di poeti e musicisti del tempo e di altre personalità d’alto rango. Tale pratica era conosciuta come la "cortesiana", figura di riferimento del passato. La vita del poeta era, quindi, incrociata con quella di molti personaggi importanti di tutti i settori della società.
Ariosto faceva anche parte dei frequentatori segreti di molti italiani in generale. Nella lingua spagnola la parola "frequente" designava chi aveva l’abito di venire a sente tutti gli argomenti, quindi colazione, ligure come piazza. Nuove tendenze correvano dunque molto spesso in termini di vita letterari in letteratura italiana durante il Rinascimento.
Ecco che con l’evoluzione dei sette o sette "Salone dei letterati", la vita di Ariosto e degli altri esponenti del Rinascimento era iniziata per fare, come da tradizione, un salone, ovvero un luogo di incontro con altri intellettuali, studiosi e musicisti.
Inclusi i membri della commedia dell’arte e cantautori del tempo. Si tratta, quindi, di una serie di eventi artistici e culturali, che caratterizzavano la vita della maggior parte degli italiani dell’epoca.