Introduzione
Quello detto arlecchino ha il pelo maculato, nota anche come "Circonferenza di vescicole cutanee pallide a forma di ghianda", è una condizione dermatologica rara e intricata che esibisce una particolare alterazione dermatologica. La complessità di questa patologia è dovuta alla combinazione di fattori genetici, ambientali e chimici che interraggono con la pelle, provocando una reazione immunitaria anomala. In questo articolo, esploreremo la comprensione attuale di quello detto arlecchino ha il pelo maculato, esaminando le prove scientifiche e le storie cliniche di pazienti affetti da questa condizione.
La Storia e la Fisiopatologia
La comparsa di quello detto arlecchino ha il pelo maculato è stata documentata per la prima volta nel 16° secolo, in un trattato medico scritto da un medico italiano. Tuttavia, fu solo nel 19° secolo che la scienza cominciò a prendere in considerazione queste alterazioni cutanee come un fenomeno indipendente. Successivamente, nell’epoca moderna, la comprensione della causa di questa condizione è emersa come una fisiopatologia multifattoriale, coinvolgente sia aspetti genetici che ambientali.
La fisionomia clinica di quello detto arlecchino ha il pelo maculato si manifesta con la formazione di macchie cutanee irregolari e variegati, di colore giallo-bluastro, perlopiù nel viso e sulla schiena. Queste alterazioni portano con sé una sensazione di bruttezza emotiva e possono incidere sulla qualità della vita del paziente. La complessità dell’etiologia di questa malattia comporta un pattern di varietà di meccanismi, che includono interazioni molecolari tra cellule e il substrato sottostante.
Aspetti Clinici e Patogenesi
L’Eziologia di questo distinto patologia è ritenuta essere originare da combinazioni tra cause genetiche, ambientali e chimiche. Le alterazioni cutanee tenderebbero a presentarsi nelle aree del corpo che espongano maggiormente alla luce del sole, lungo con una distribuzione a forma a "ghianda" di queste macchie pallide tenderebbero al proliferare del connettivo di epidermide, ed infine l’apparizione di cicatrici cutanee di concrezione di porpora extravasata.
Le ricerche condotte sugli esempi clinici accertati, a cui seguirono rilevazioni strumentali, hanno dimostrato che tre componenti biologiche indipendenti concorrono a trasformare il rettico di tossicità cutanea:
- La temperatura intensificata: una concomitante e specifica corrente elettrica, generata dal substrato epiteliale, determina una sensibilità locale delle cellule epiteliali che si accentua soprattutto nel caso in cui la temperatura sia sovra il grado critico di riscaldamento cutaneo.
- La causa traumatica: questo tipo di danno fisico aumenta il corrispettivo allarmato della fibroblastica dell’area nella reazione epiteliale locale.
- L’esterotoxicità generatrice di macchia cutanea: Questo tipo di esterotoxicità che è confermata essere prodotta mediante un neuroregolamento attivo della stimolazione indotta da ormoni, con specifici e differenziati tipi di neurotrasmettitor: estogenin e oestrogen.
Il rapporto anamnestico tra la comparsa dei segni cutanei e l’esposizione alla luce del sole, o a una temperatura intensificata o a causa traumatica, appare come fondamento per ipotizzare una patogenesi a sorgere da esterotoxicità di livello cutaneo.
Esami e Trattamenti
La diagnosi di quello detto arlecchino ha il pelo maculato si basa sulle linee guida mediche per la diagnosi differenziale in dermatologia. In pratica i metodi di indagine più comunemente utilizzati (mieliografia, batteriopatia e albanologia) sono praticato, per individuare i principali parametri da ispezionare in caso di sospizione di questa patologia.
Il trattamento di quello detto arlecchino ha il pelo maculato, spesso comporta una terapia antistaminica per inibire l’attivazione dell’immunità cellulare e ripristinare la barriera cutanea. La fotosistesi di acido salicilico nel solito viso comporta trattamenti farmacologici che operano in prossimità della vescicola nel confronto spazio-temporale di sorgente-fibroblastica cutanea, che compongono la macchia di giallo apparsa sull’ampio spazio cutaneo individuato come ghianda.