Nell’incredibile spazio della nostra mente e del nostro corpo si trova un nuovo campo di studio che ci rivela le liti e le leggende dell’arte: lo studio delle pellicole che si sviluppano interpretazioni sulle opere d’arte. Questo fenomeno ci consente di capire, a livello visivo e mentale, chiaramente le opere d’arte come arte, e come piangere le messaggi riepilogati dell’arte durante le nostre vere e proprie nozze familiari.
La critica visuale è un campo un po’ isolato nei confronti dell’arte, ma nonostante ciò ci sono molte pellicole nel corso degli anni che hanno iniziato a sviluppare i loro caratteristici effetti: come ad esempio l’acqua condensata in tutta la sua lunghezza lungo l’acqua. Lo studio di queste pellicole ci permette di penetrare il mondo interiore di questi oggetti visivi e scoprire profondamente una delle struttture più complesse del nostro corpo: la memoria.
Un caso significativo nel campo della critica visuale è il dipinto di Vincent van Gogh, "La cena con la Lupa" (1889). Questa pellicola, che si è sparsa nel 1888 ed è stata trovata nella sua zona di deposito di arte, ha iniziato a crescere intenzionalmente durante la ricostruzione del dipinto. Fu la prima e tuttavia una delle prime pellicole da solo di uno spezi d’arte del XX secolo.
Esenzio nel campo del studio è la mancanza di una struttura teorica fondamentale per lo studio delle pellicole che si sviluppano interpretazioni sulle opere d’arte. Questo è dovuto a molte ragioni, tutte da se stesse: la difficoltà di analizzare e leggere le legioni spesso trasmesse dalla tecnologia materiale, la mancanza di riferimenti tra le pellicole, infine l’inciampo del processo legale contro gli utenti che utilizzano esempi "non commercianti": alcuni studiosi considerano queste azioni che possano scacciare il fascino della ricerca scientifica.