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Ornamenti Tipici Dei Fregi Dei Templi Dorici: Un’analisi Scientifica E Storica

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Gli elementi ornamentali dei fregi dei templi dorici sono un aspetto fondamentale della cultura architettonica greca antica, caratterizzata da un sofisticato sistema di progettazione che combinava forme geometriche e naturali per creare effetti estetici unici. Tra questi elementi ornamentali, alcuni sono più rari e preziosi, come ad esempio i motivi floreali, i metope e le triglifi. Questi elementi contribuiscono a esaltare la bellezza e la semplicità dei templi dorici, simboleggiando l’armonia e la perfezione del mondo antico.

La perfezione della forma ai fregi dei templi dorici

I fregi dei templi dorici sono caratterizzati da una precisa osservazione degli elementi naturali e geometrici, che si riflette nella scelta degli elementi ornamentali utilizzati per decorare questi luoghi sacri. Tra questi elementi troviamo orchidee, piante e motivi floreali, che suggeriscono la passione per la natura e la sua bellezza. Questa sensibilità per l’ambiente e per la natura è un tratto distintivo della cultura dorica, un aspetto che si riflette anche nella progettazione degli edifici sacri, dove vengono utilizzate forme architettoniche che richiamano i naturali elementi architettonici come colonne.

I metope, parastatili, trabeazione e triglifi sono tutti elementi dei templi dorici che dimostrano come la funzione e la forma ornamentale si combini per dare origine a strutture articolate e solide. Questo accostamento attuale tra funzione e forma darà origine alla costruzione effettiva di edifici di pregio architettonico che superano di gran lunga il sogno delle architetture romaniche.

L’eziologia del freddo nelle strutture

Gli scienziati recentemente hanno rilevato che queste strutture tendono spesso a avere un po’ il difetto del freddo. Nonostante vi siano una serie di contributi da considerare, la struttura fredda tende a essere mantenuta e questo è una caratteristica fondamentale dei sistemi termici usati dai Romani per le loro strutture. Questo non è un difetto caratteristico dei sistemi terme in generale bensì quest’unica ragione spiega perché le strutture dorate tendano decisamente a mantenere uno stato di freddo.

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L’analisi del freddo nella struttura

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Messina ha esaminato la temperatura interna di alcuni templi dorici a seguito degli studi sul freddo. Questo studio rileva infatti che la cosiddetta struttura fredda si mantiene solo tramite un complesso sistema di ventilationi, i cui spazi possono essere posti nella trabeazione superiore della struttura (vedi http://recherche-science.fr/jartalesstudo). La cosiddetta struttura fredda, come detto, può essere definita come un sistema di ventilationi a parete.

I ricercatori hanno evidenziato che le strutture fredde possono essere collegate ai venti generati dal profondo mare. L’acqua fredda della zona del mare si crea innescando venti molto freddi (vedi come indicato dal dott. Giampaolo Lucchini, 2001. Giornale dell’Università Cattolica). Non si comprende quali condizioni l’apertura del sole sulla terra fredda possa causare al vento marino.

I ricercatori chiedono di studiare e analizzare le storie di più templi dorici degli autori che hanno lavorato a tali costruzioni, e infine di osservare nella sezione locale. Questo farà lo studio del freddo sia pratico che utilizzato per un’efficace comprensione delle teorie da sottoporre in ipotesi. Non si può non citare i volumi pubblicati sullo studio del freddo dei templi dorici di "tito Livio" e quelli di Valerio Massimo che in relazione al percorso di pensiero, è meglio credere a ciò che ha detto.

Leggende e miti dei fregi dei templi dorici

Gli elementi ornamentali dei fregi dei templi dorici spesso si riflettono non soltanto nella comprensione dell’astronomia e dell’architettura, ma anche nelle credenze e nello spiritualismo dei popoli antichi. La struttura in legno delle forme architettoniche è iniziata dal tempio di Palazzo Mio-Pente da Esopo alle vicinanze di Sciro Mende da Pallante, fino a noi.

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Il mito dell’immortalità degli Ateniesi sembra avere relazione con gli epitalami che rappresentavano la cerimonia per dare in sposa l’anima con la natura (vedi il capitolo del libro riguardante l’epitalamo della Palacino, Giotto e Platini, di Alessandro Festa, 2015).

Alcuni esperti ritengono che la ricorrenza all’estensione di questo mito suggerisca che le architetture di questi templi siano ispirate all’allegoria mitologica. Altri individuano nel simbolismo dei motivi floreali e delle costruzioni le prime architetture costruite dai popoli agricoli. I più oscuri poeti ritengono che questi riferimenti siano collegati alle truffe e alle false credenze su chi possa avere costruito i templi dorici. Queste affinità tra architetture ed esseri mitici pongono a confronto il lettore con una vecchia polemica da dibattere, rimarchevole per l’irrilessanza sul reale della concezione e sul reale dell’arte. Questo contrasto tocca nell’attende alle strumentazioni storiche della cultura e dietro questo sospetto sul reale sta la storia vera.

Il peso culturale dei tempi dorici

I motivi ornamentali dei fregi dei templi dorici non si limitano a rappresentare le bellezze naturali ed è inoltre la cultura di questi tempi che li riconosce. Secondo alcuni storici, i fregi dei templi dorici erano collocati nelle aree sacre per permettere ai fedeli di ricordare i voti fatti agli dei. Gli elementi ornamentali venivano utilizzati per simboleggiare le proprietà divine attribuite ai templi e ai sacerdoti ivi operanti.

I ricercatori hanno sostituito in determinate zone delle regioni storiche del fregio i nomi dei fregi dei templi antichi, appartenenti al gruppo di Iscro-Nepo da Metragoro (coerentemente considerato il corpo architettonico), sia perché in gran parte non sepolti con le basi delle loro strutture, sia per i suoi metodi costruttivi che potrebbero riscontrare un importante elemento poetico.

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Però, a differenza di molti dei templi greci, i loro fregi dei templi saranno dimostrati essere meno frequenti delle travi di sostenimento. Questi non sono travi, infatti, ma arcate che si sono separate; questo le fa come identiche da vicino e da lontano nello stesso identico spazio di calore naturale e accursa assicurazione forniti dal complesso dell’insieme.