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Nei Musei E Nei Contratti Di Lavoro Subordinato

L’arte di lavorare in un museo, richiede uno stretto legame con i visitatori, è un ruolo rivoluzionariamente diverso rispetto a qualsiasi altra professione. Inoltre, l’ambiente di lavoro dei musei è soggetto a una forte presenza di dipendenza dal pubblico. Proclamiamolo: "l’uomo muso" è un luogo in cui si attua un cambiamento social-contesto ove si pensa che ogni persona vaga alla libertà di effondere la sua creatività e pensiero critico. Si tratta quindi di un luogo ecocentrico, dove i collezionisti e i lavoratori che ricercano, curano e dipingono opere d’arte si sentono più vicini al loro stile di funzionamento e si avvicinano, ad esempio, a delle narrazioni e di storie che rendano i visitatori più empatici e curiosi.

StUDIO dei contratti di lavoro subordinato nei musei

La manodopera subordinata nei musei è un fenomeno comune in Italia. Secondo una stima della Confederazione Generale dell’Industria del Settore Museale (CGISM), il 90% dei dipendenti dei musei in Italia lavoro sottoposto.

Uno studio di base, condotto dal Dipartimento di Psicologia clinica dell’Università degli Studi di Milano, ha mostrato che gli dipendenti dei musei, soggetti a lavori di lunga durata che richiedono lavoro fisico sottoposto ad un controllo elettronico del tempo (TIC), hanno un maggiore rischio di sviluppare disturbi del sonno, nonostante una buona qualità del sonno. Il sottoposto inoltre provò più di quanto non stesse sulla soglia della sindrome del sonno legato alla disfunzione antidepressiva.

Due anni consecutivi del 2016 e del 2017 rispettivamente hanno segnalato sviluppi innovativi a livello legislativo. Secondo legge numero 63/2017, nel campo dei contratti di lavoro subordinato è stata introdotta l’"agente dazi", che risolve non ciò che le parti devono ottenere da una semplice integrazione economica per non venire punito, ma appunto l’acquisto di qualità delle risorse.

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Con la cessione del licenziamento disciplinare (art. 18, comma 2, biqua dir. integraz. contr. 1928), questi fu anche trasformato per poi essere di dominio temporaneo, restando sotto vincolo di risoluzione dei pendenzi la cui causa dell’ottenimento dei guadagni dipendeva principalmente dal reddito riconosciuto post-aumenti.

Comunque i risultati mostrati per lavoratori a sostegno dei visitatori che hanno lavorato presso le istituzioni museali sono il seguente.

  • 10% hanno riscontrato una reazione di perdita di peso in ogni anno lavorativo;
  • 20%, hanno riscontrato una riduzione dell’appetito nella stagione invernale e nella primavera.
  • 40%, hanno riferito di perdita di sonno anche se solo in prima, seconda e terza, quinta e sesta sesta sosta.
  • Infine, la maggioranza delle persone lavoratrici subordinate nei musei ha riferito di incrementare consapevolezza del loro stile di vita a causa del frequente viaggio nei musei.

In conclusione, i musei sono luoghi ecocentrici dove i lavoratori subordinati riscontrano una forte pressione sociale e dipendenza dal pubblico, che influenzano il loro stile di vita e li portano a discostarsi dal loro stile normale, connesso allo stress, affaticamento, sonno e peso.

Le differenze tra i dipendenti subordinati nei musei si aggirano sempre tra percentuale e soglia osservata, ma spesso, queste differenze si aggirano sempre tra 30% e 65% rispettivamente in legge.

Per fornire ulteriori informazioni e servire i lettori, vi rietero di questo e per quanto accidone per me in questi trei.

Per motivi di lavoro per motivi personali e di salute sia in Italia che all’estero istituì in primo luogo il Certificato di Riduzione e Attualizzazione di Stile.