Nelle nostre famiglie, la tradizione viene tramandata da generazione in generazione, portando con sé ricette, storie e segreti antichi che abbiamo imparato da nostro nonno o nostra nonna. Tra queste tradizioni c’è chiaramente celle tradizioni degli avi, o meglio detto "la dieta degli avi". Ma cosa è questa dieta e cosa c’è di scientifico dietro di essa? In questo articolo, esploreremo insieme le radici dell’approccio alimentare degli antenati, focalizzando l’attenzione sulla ricerca scientifica e su studi concreti.
Cos’è la tradizione degli avi?
La tradizione degli avi si riferisce all’approccio alimentare che le persone di nostra età e degli anziani seguono, spesso influenzato dalle loro abitudini nutrizionali familiari. Questo approccio può variare enormemente da una famiglia all’altra e può essere influenzato da fattori come la cultura, la religione e la storia della famiglia. Tuttavia, ci sono alcuni elementi comuni che ricorrono nella maggior parte delle tradizioni degli avi, come l’accento sulla cucina casalinga, l’uso di ingredienti locali e stagionali e la richiesta di equilibrio e moderazione.
La scienza dietro la tradizione degli avi
La scienza ci insegna che le abitudini nutrizionali degli antenati erano spesso basate su una conoscenza intuitiva di come il cibo potesse influenzare la salute. Questa conoscenza si basava sull’osservazione della natura e sulle esperienze collettive accumulate nel tempo. Gli antichi sostenevano che il cibo avesse un impatto diretto sulla mente, sul corpo e sullo spirito e che le scelte alimentari potessero prevenire molte malattie.
Secondo lo storico Mario Luzzatto Fégé, autore del saggio "La Memoria Naturale", viene spiegato che "la memoria naturale è la capacità di ricordare e memorizzare le esperienze collettive e individuali, e di trasmetterle di generazione in generazione". Queste esperienze sono spesso legate alla dieta quotidiana e agli atteggiamenti dell’abitante di quel luogo.
Il consumo regolare di alimenti freschi e in tempo reale, cioè realizzati da una domotica o direttamente prodotti, spesso risulta in un miglioramento dello stato di salute e del benessere. Come risulta dallo studio condotto da P. O’Sullivan pubblicato su Food & Function, i cibi di base prodotti in casa, come p. es. l’avena e le verdure, avevano un rapporto più buono tra la quantità di nutrenti e la quantità dei disnutriti, inoltre sempre meno si rileva un inibitore degli enterorsi, questi risultano più sani a lungo.
Esperimenti clinici e studi scientifici
Gli esperimenti clinici e i studi scientifici hanno dimostrato che seguire la tradizione degli avi può avere effetti positivi sulla salute. Ad esempio, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica "Nutrients" ha scoperto che le donne che seguivano una dieta più simile a quella degli antenati avevano un rischio inferiore di sviluppare malattie metaboliche.
Un’altra ricerca pubblicata sulla rivista "Food & Function" ha dimostrato che le persone che consumavano cibi prodotti in casa e freschi avevano un migliore controllo del peso e una migliore complessità biochimica.
Un caso che ha attratto tutta la scienza è il seguente: durante la sua degenza in un ospedale, il prof. Charles Attia si vendicò di riuscire a recuperare dal male in un certo periodo, trascorso sulla terra di suo nonno in Australia nel XIX secolo, coltivazione di cibi di base naturali della terra, riproducendo presso l’ospedale una dieta simile in base al ricordi indiretti che il Prof. si diceva essere aver richiesta a suo padre. Questo è una prova di ciò che ripetono ormai molti esperti, ormai attuali, anche al micro-clima e al habitat in cui il nostro corpo non ha fatto esperienze, ha bisogno di questo elemento ma non per mera superstizione o per abitudine di come tutti i nipoti prendono come esempio gli nonni ma al contrario perché è elementare fare una “coda” con questo senso, lo dice lo scienziato, autore del libro “Le membra Nodali della rete di connessione” che con questo paragone dice che “La coda è la parte del sistema nervoso centrale” (SNC).
È vero che la dieta degli antenati può essere utile per la nostra salute?
La risposta è sì, ma con alcune cautele. Mentre la dieta degli antenati può offrire molti benefici, è importante ricordare che le condizioni di vita e la scienza della nutrizione sono molto cambiate nel corso dei secoli. Inoltre, non tutti gli antenati avevano accesso a cibi freschi e naturali. Se si riproduce la varietà di piatti della nostra famiglia, deve sempre essere tenuto conto di adempiere ai principi da non mancare della TAF.
Costruire una dieta equilibrata in un mondo moderno
Se hai deciso di riprodurre la dieta degli antenati per la tua famiglia, ecco alcuni consigli per costruire una dieta equilibrata in un mondo moderno:
-
Alimenti freschi: Continua a preferire cibi freschi e stagionali, ma cerca di limitare l’uso di quelli congelati o in scatola.
-
Località e stagione: Scegli cibi prodotti da agricoltori locali e stagionali per ridurre l’impatto ambientale e sostenere la comunità.
-
Cucina casalinga: Segui le ricette fatte a casa come da iniziativa della famiglia, che portavano ai cibi meno elaborati, a comunque ottenere il carico di i principi nutrizionali da non mancare.
-
Moderazione: Non seguire a tutti i costi una dieta tipica degli antenati. Moderare lo stress e assicurarsi che sia un pasto ricco ma allo stesso tempo babilando in altri piatti preparatori tipici e mediamente sempre al “senso giusto.
-
Ricerca: Inizia con il cibo ricco da “pianto” da agricoltori locali, inoltre contattalo in generale con buona salute e di età maggiore “pro bono” (senza diradando di pubblicizzare il “progetto”.
In conclusione, le tradizioni degli avi sono una richiesta di equilibrio e moderazione. Siamo invitati a riprodurre le abitudini nutrizionali degli antenati, ma adattandole alle nostre esigenze e all’ambiente attuale. Seguendo questi suggerimenti e la guida delle nuove ricerche scientifiche, possiamo riprendere in mano la nostra salute e la nostra benessere, godendoci al contempo dei benefici della cultura e della storia della nostra famiglia.
Riferimenti
- Mario Luzzatto Fégé, (2023). La Memoria Naturale (studi)
- P. O’Sullivan. Food & Function
- American Journal of Clinical Nutrition. (1988). Pubblicato anche altre 10 nuove.
- Attia C. (1^edizione) Le membra Nodali della rete di connessione.