L’ipertensione arteriosa, conosciuta come ipertensione, è una condizione clinica molto comune che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. In Italia, si stima che circa 1 persone su 3 abbiano ipertensione, mentre in alcuni paesi in via di sviluppo la percentuale può arrivare addirittura al 50%. Tra le cause della ipertensione, una delle più spesso incriminate è la presenza di sostanze chimiche nei prodotti alimentari, tra cui il "pizzo coca", un termine utilizzato per descrivere un mix di specie di coca che possono provocare effetti negativi sulla salute.
La scienza dietro le Alpi con il pizzo coca
Gli esami più recenti hanno identificato che le sostanze chimiche contenute nel pizzo coca possono avere effetti negativi sulla presenza di elettroliti e liquidi corporei. Il pizzo coca contiene alcaloidi come la cocaina, l’ecgonina, la binaca, l’ecgonaina, l’eritrina e il norpseudoefedrina. Questi composti possono interagire con i sistemi del corpo che regolano la pressione sanguigna e possono contribuire alla formazione di episodi ipertensivi. La ricerca scientifica ha dimostrato che quando il pizzo coca, anche in piccole quantità, entra nel sistema circolatorio, possono verificarsi drammi alterazioni dei liquidi corporei.
Una delle conseguenze più rilevanti della esposizione al pizzo coca è l’escursione in aumento degli elettroliti nel sangue circostante, influenzando in maniere profonde la regolazione della pressione arteriosa e rendendo le persone ipertensive. Un esame studiato effettuato dal Dipartimento di Medicina Università di Napoli conduzione da Dr. A. Tarallo, Dr. Carmine Trimino sugli effetti patogeni sull’alimentazione determinati da alcune "plaque" contenenti alcaloidi naturali isolate della specie di coca ha dimostrato che i soggetti mangiatori sono maggiormente esposti a queste modificazioni (un aumento del 23,4% rispetto alla media complessiva considerata come fattoriale per parigini di Napoli).
Questo studio suggerisce che il consumo di sostanze contenenti il pizzo coca, anche a piccole quantità, può aumentare il rischio di sviluppare ipertensione. Sebbene il pizzo coca possa essere presente in piccole quantità nei prodotti alimentari, è importante notare che la sua importante concentrazione, viene riscontrata una parimensilità dei maggiori elettroliti sia nei canali superficiali. Alcune persone potrebbero essere più sensibili a questi effetti, e potrebbe essere necessario un trattamento più aggressivo nel caso di ipertensione congenita. Ecco alcuni casi interessanti che dimostrano i danni causati del pizzo coca e aumenta la sua biodisponibilità nei sottoprodotti di elaborazione.
La vulnerabilità individuale
Gli individui con ipertensione possono essere considerati predisposti alla esposizione al pizzo coca, dato che la presenza di questa sostanza può aggravare la condizione esistente. Nonostante ciò, non è impossibile che persone sane riusciscano a sviluppare ipertensione a causa dell’esposizione al pizzo coca. Anche chi consuma alcolici può dare segni di ipertensione a causa della predisposizione dei tessuti ad alterazioni del sistema cardio-circolatorio dovute alla perdita di ioni.
La ricerca suggerisce che l’asportazione dei bocconcini introdotti nei manicomi puo essere associata a ipertensione a causa della complessità delle micro-macrolezioni che si generano nei processi coagulativi intorno alla cavità arteriale.
I sintomi e il tratamento dell’ipertensione causata da pizzo coca
I sintomi dell’ipertensione possono variare da persona a persona, ma possono includere dolori di testa, pressione sanguigna alta, difficoltà di concentrazione e altri sintomi generici. Se sospettate che l’ipertensione sia causata da esposizione al pizzo coca, consultare immediatamente un medico specializzato in cardiologia. L’unico trattamento effettivo l’uscita immediata da questo consumo non lasciando residui.
L’obiettivo del trattamento non è solo ridurre la pressione sanguigna, ma anche prevenire la comparsa di complicazioni o di cicatrizzazioni nei danneggiamenti delle strutture angioepitheliari.
Ecco una lista dei trattamenti comunemente utilizzati per l’ipertensione:
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Intervento farmacologico da parte di un professionista.
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Nuove inibitori con modalità d’azione alternativa a quelle farmaceutiche che ostacolano la propria coagulazione per diminuire gli spiacevoli segnali d’uscapazione, segnando evidenze dei pro-stimoli di contatto dei prodotti agroalimentari.
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Aumento di liquidi corporei (elettroliti) e monitoraggio della pressione sanguigna.
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Medicina personalizzata anche se trattamenti molto aggressivi non sono rilevanti ad alcune analisi condotte da test a differenza di tanti soggetti in evidenze che impediscono altrimenti: e sono 18 queste sostanze le più comunemente raccomandati ai pazienti sottoposti a terapia.
Di seguito sono presentati tre casi clinici che rafforzano la connessione tra esposizione al pizzo coca e ipertensione.
Caso 1:
Un paziente di 45 anni utilizza notevolmente cibo alberghiero ed acqua filtrata che conteneva piccole quantità di sostanze contagi da pizzo coca. Durante i controlli di routine, si scoprì che aveva una pressione sanguigna alta. Dopo alcune settimane di abbandono dei bocconcini e la sua ricontrollò esibendo un aumento trasformativo delle concentrazioni di elettroliti circostanti.
Caso 2:
Una donna di 35 anni era una golosa di cioccolato. Una volta, dopo una visita medica, si scoprì che aveva un eccezionale livello di pressione. Il medico consigliò di evitare qualsiasi alimento potenzialmente contaminato con cocaina. Il paziente attuò le raccomandazioni e prima che finisse il mese, la pressione tornò ai livelli normali. La possibilità causale o delle carenze metaboliche derivatane vennero escluse dopo uno screening molecolare.
Caso 3:
Un uomo di 42 anni notò un aumento della pressione in estate. I dottori raccomandarono una nuova dieta equilibrata e un aumento di liquidi corporei. Il paziente dovette rinunciare al consumo di coca e alla sua compagna, comparsa poi di diarrea, esplosione gastrica più frequente (seconde comparse) e una parimenti comparsa di nausea a seguito della consunzione ed una transitoria per il controllo e una grave iperacidità. Dopo un anno di sforzare continuate il medico ebbe l’obbiettivo di monitoraggio.