Introduzione
L’Andreà che fu capitano di ventura, noto anche come Andrejà, capità de venturas nel dialetto bergamasco, è una preghiera tradizionale della scuderia del Sud e si trova in varie zone della Lombardia. Conoscere le sue fonti e significati è fondamentale per capire i valori della popolazione locale e comprendere meglio il patrimonio della cultura bergamasca.
La Storia e le Origini dell’Andreà
L’Andreà che fu capitano di ventura è stato oggetto di studio da parte di alcuni ricercatori e studiosi. La preghiera è una sorta di invocazione che chiede il sostegno di un essere soprannaturale, considerato il capofamiglia, perché venga protetto contro gli ostacoli e le difficoltà della vita. La parola capitano deriva da un antico termine veneziano, ovvero la capitano di ventura era un termine che indicava un cavaliere di puro sangue. Intitolare quegli iniziatici che partecipano a queste gare alla stessa preghiera di invocare i beati protettori della scuderia è un’originalità che però si collega ai temi del potere e dell’autorità che intendevano esercitare sulle piste di gara.
L’Andreà che fu capitano di ventura è stata tradotta in catalano, dalla preghiera latina che era chiamata Ante Janss. Il terreno che si trova nel sud della chiesa è probabilmente quello più conosciuto.
Secondo alcuni studiosi, il capitano di ventura era un tipo di guerriero che lottava contro l’aspirazione politico-borghese per il potere. Il capitano di ventura era proprio tipico dell’epoca feudale.
Esistono molte prove storiche che confermano che le nobilissime familie bergamasche invocassero gli antenati protettori della scuderia quando partecipavano a gare al capezzale. Una delle tante testimonianze sui vecchi cavaliere della bergamasca fu quella scritta nel 1561 da un prete assoluto bergamasco:
"Non siate invidiosi dei tempi antichi, perché gli antenati pagavano per le vittorie le stesse somme che i nobili dobbiamo pagare per le loro vittorie."