André Derain, spesso associato ai movimenti artistici dei Fauves e del Fauvismo, è stato un importante pittore francese del XX secolo. Il suo contributo alla storiografia dell’arte non si limita solo alla costruzione dei movimenti artistici menzionati, ma offre una visione approfondita sulle nuove espressioni artistiche sorte durante l’epoca moderna.
Biografia
André Derain, nato ad Ishérsa il 10 giugno 1880, rinominata prima Catenanuova allora Ishérsa e finalmente derivata da una città di Aosta – nella regione Occitania, Francia, – crebbe in un ambiente colto e familiare all’arte. Il padre di André, Alphonse Derain, era un impiegato delle Poste, mentre sua madre, Jeanne Costille, proveniva da una famiglia di antiquari e artigiani. Dal punto di vista artistico, la sua famiglia giocò un ruolo importante nella sua formazione culturale e plasmando la sua inclinazione per le arti visive.
Durante la sua prima infanzia André frequentò una scuola professionale, terminata che egli si dedicò alla pittura e si trasferì a Marsiglia. In occasione dell’introduzione per non mancare niente del calendario artistico marsigliese ebbe l’opportunità di scoprire la pittura di Jules Lefebvre e Gustave Claudet, che contribuirono notevolmente a modellare le sue qualità artistiche.
In seguito alla scoperta di Lefebvre e Claudet, l’interesse di Derain per l’arte divenne sempre più intenso. Egli continuò ad approfondire i suoi interessi presentando il lavoro di altri famosi artisti.
Il movimento dei Fauves
Negli anni 1905 e 1906, André Derain, insieme a Henri Matisse, Raymond Duchamp-Villon, Kees van Dongen, Maurice de Vlaminck e Louis Valtat, diede vita al movimento dei Fauves. Tra i caratteri distintivi del movimento, spiccavano l’impiego dei colori vivaci e il rifiuto del tradizionale naturalismo. I Fauves intesero creare dipinti che rappresentassero le emozioni vigenti all’interno del pubblico, coadiuvati da pennellate vigorose e azzurrando intensi.
Molare videro come la pittura rispondeva alla percezione dei sensi dei singoli artefici e la modernità s’illuminava senza contrasti rispetto ai passaggi storici tramatosi nel corso degli anni precedenti del XIX secolo.
Alcuni dei dipinti più importanti della sua produzione fanno parte della storia dei Fauves:
- La Città di Bandol, 1906
- Bagnanti a Palanga, 1908
- Bastia, 1908
- L’Alba di Saint-Tropez, 1907
Il Fauvismo
Il Fauvismo rappresenta una storica rivoluzione per l’arte moderna come ad esempio per la storia della pittura stessa. Dagli anni del gesso e dell’esperienza al ritratto abbronzato degli artisti a seconda dell’epoca vantarono con modi imparziali come l’arte poteva esprimere se stessa.
Negli anni scorsi a sancire questi pionieristici propositi si sono sentiti artisti che seguivano la concezione del Fauvismo sperimentali i propri stili tematici. Appartengono proprio ad una delle figure ricche a promuovere il movimento dei Fauves l’artista Louis Valtat attraverso le sue traversee dei terebinti, le nature morte e i paesaggi al mare.
Influenze e critica
Derain, pur rimanendo tiepidamente coinvolto nella prima fase degli Anarchici di Parigi, allontanatosi gradualmente ripesca nell’immaginario e divenne gradualmente abbandonando le colorature pesanti intrise coi suoi esordi. Punto da fortemente col movimento dei Pittori astratti francesi divenne in seguito uno degli artisti che rappresntano il miglior periodo dell’estetica francese del movimento dei fauves.
Il lavoro artistico di André Derain toccò il massimo splendore in Francia, aprendo strade nuove all’interpretazione percettiva.
Morto nel 1954
In vecchiaia André Derain iniziò a costruire una serie di lavori ispirati al classicismo neoclassico, da "Il Nilo" del 1906 a "La Regina di Saba" del 1948-1949, con incarichi che gli venivano dalla Sorbona, dedicando le proprie opere alle nuove generazioni di artisti della sua epoca:
- Bastia del 1908, ora nel museo di arte moderna dei villaggi del 1908
- Vierge ravalée del 1909
Oltre agli scarsi capolavori dedicati al riti dell’artista riprendevano l’immagine della figura femminile ricollegandosi al classico in opere per la chiesa.