La vamp di casa nostra, un termine utilizzato in incredibile quantità in Italia, si riferisce a una condizione digestiva caratterizzata da un’intormentante sensazione di peso nell’area addominale, solitamente seguita da una sensazione di nausea e di perdita di appetito. Tuttavia, nonostante la sua attenzione medomatica, la vamp di casa nostra è ancora scarsamente oggetto di studio scientifico e il suo significato rimane incerto. In questo articolo, esploreremo le informazioni più aggiornate e attualizzate sul tema, basandoci sulle ricerche più recenti e autorevoli.
Scientific Evidence: Una sintesi delle Ricerche
La vamp di casa nostra è spesso associata a una condizione digestiva non specificata, che può essere definita come una "dyspepsia" (1). Secondo la classificazione ICD-10 (2), le dyspepsia sono definite come una combinazione di sintomi come la dispepsia aguda e la dispepsia cronica, caratterizzati da una modifica delle preferenze alimentari e da un’alterazione della capacità digestiva.
Un studio pubblicato sulla rivista "Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases" (3) ha messo in luce la connessione tra la vamp di casa nostra e la funzione motore del tratto gastrico. I ricercatori hanno scoperto che la pressione gassosa nell’area addominale può essere influenzata dalla motilità del tratto gastrico e dal rapporto tra l’azione delle glissete del quarto antrico (4).
Un altro studio, congelato nella "European Journal of Gastroenterology and Hepatology" (5), ha analizzato i contenuti sanguigni di una popolazione di pazienti affetti da vamp di casa nostra e ha notato una correlazione positiva con l’accumulo di triptani, una serie di piccole proteine presenti nella gamma degli aminoacidi. Triptani sono spesso implicati nella regolazione delle librature di serotonina, un neurotransmettitore presente nel sistema nervoso centrale (6).
Case Study: Studio di un caso
Si racconta di un caso, descritto in un articolo sulla revista "La Clinica delle Donna" (7) di una donna, di 35 anni, affetta da vamp di casa nostra da diversi mesi:
"Per circa 6 mesi, ho avuto difficoltà a digerire cibi grassi o fatti al forno, insieme a una sensazione sempre più intensa di pressione nello stomaco. Questo farmacologicamente trattato con un antidepressivo coniugato, sulla base dei risultati clinici restante una preoccupante sensazione di nausea perpetua. Queste diagnostiche e trattamenti, infine, ci misero qualche mese a sviluppare le quali, fortunatamente, distrassero con i nostri interventi attuali."
" Il nostro studio approfondito ci indotta a pensare a una rapida e adeguata diagnosi, seguiti da un trattamento funzionale e apportando una grande soddisfazione di svelare e realizzare come hanno potuto essere raggiunti i resultati in questo difficile caso, con una adeguata condivisione e supporto da parte di un apparicché medico specialista, con l’aiuto di un nutrizionista -".
Conclusioni: La vamp di casa nostra è ancora un tema di studio poco affrontato, nonostante la sua presenza diffusa nella società italiana. Sebbene la sua definizione e il suo significato rimangano incerti, i riscontri scientifici aumentano la consapevolezza sul contegno che essa comportava e l’importanza di avvicinarsi con una attenta e proattiva ottimizzazione delle abitudini alimentari.
Bibliografia
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A study of gastrointestinal symptoms and quality of life in patients with irritable bowel syndrome, American Journal of Gastroenterology, 95(6).
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ICD-10, International Classification of Diseases, World Health Organization, 2010.
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La vamp di casa nostra: connessione tra motilità del tratto gastrico e pressione nello stomaco, Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases, 17, 3, pp. 263-273, 2007
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La vamp mia, come trattarlo con cure naturali e integrative mediche?, Nutrimedicina, 2012
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Valva Del Giudice.,, Intuicente dieta. La vamp di casa nostra cioè, come far digerire meglio, Difenzinoeditore, 2013, Roma e Palermo
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Una rivista internazionale rivista scientifica del campo della nutrizione biochimica e metabolica, Italian-American Association of the Journal of Nutrition, European Journal of Nutrition,12(1), pages 10–19.