La confezione del salumiere, ovvero la risposta degli organi digestivi alla presenza di antiossidanti e polifenoli rinvenuti attraverso l’insicurezza alimentare o la contaminazione industriale, è un fenomeno ancora poco chiaro e stato oggetto di molti studi, numerose ricerche e dibattiti tra gli esperti nel campo della nutrizione umana. Questo articolo descriverà in dettaglio le aree di studi in corso e i risultati dei vari studi sull’argomento.
Introduzione
Il fenomeno della confezione del salumiere è stato descritto per la prima volta da Piero Groopman, un plastico italiano e ricercatore di immunologia e nutrizione umana all’Harvard Health Publishing nel 2007, che usò i termini "salumeria di scarceria" per descrivere gli effetti della perdita di sangue causata da una perdita di più di 500 ml di sangue dal vivo durante la rinfrescatura. La narrazione popolare Italiana riguardanti il termine avrebbe accettato l’ipotesi della "salumeria in vetrina" in coniuga ed ha più connotati negativi rispetto all’immagine di "salumeria in vetrina" descrittato da Groopman. Potremmo usare i termini salumeria in vetrina dopo la "scaletta di sangue" descritta al giorno prima; e salutizzare il "vetro del salumiere" perché avessimo il vetro in mano.