Il nome di un magnifico autore francese del XIV secolo forse non è ben noto agli italiani, ma la sua influenza sulla letteratura europea non lo fu mai. Parliamo di un raffinato scrittore e poeta, nonché membro della corte francese, che seppe suscitare grandi apprezzamenti in tutta Europa: era il grande francese che unì alla parola l’immaginazione, sempre affascinato dal fascino della traduzione. Sì, parliamo di Jean Scrittore e Poeta Francese del 400.
L’Infanzia e la Formazione del Grande Autore
Secondo le fonti storiche, Jean Scrittore e Poeta Francese del 400 nacque a Parigi nel 1364 in una famiglia di borghesi. Dagli stessi documenti emerge che la sua infanzia e la sua vita rurale aiutarono a plasmare la sua immaginazione nel creare una vera e propria opera d’arte.
Secondo un recente studio scientifico di letteratura[1] c’è evidence apparenza che Jean abbia incominciato la sua vita universitaria a Parigi a 15 anni, dove accolse cultura e scienza. Col tempo abbracciò lettere, filosofia e storia: qui, evidentemente, fece le sue prime conoscenze accademiche legando le sue idee artistiche a quelle del suo tempo e delle città europee.
La Carriera Letteraria
Nella sua carriera letteraria, Jean Scrittore e Poeta Francese del 400, nonché uno tra i più grandi poeti del Medioevo europeo, ebbe grande successo tra le classi intellettuali ed aristocratiche dell’epoca. Le sue poesie, diffuse con il codice pittorico corrente ai tempi, furono acclamate dai più esponenti dell’epoca artistica: Raimondo di Turenna, Simone Martini e Pietro Petrolo, scultore francese, segretario di Ludovico II d’Angiò. Alcune opere, come la sua celeberrima "Adonide", ispirata alla figura biblica di Adonia, figlio di Jefte, suscitarono un profondo coinvolgimento emotivo in quanto autori ed intellettuali europei. Gli stessi giudizi delle communità intellettuali ed artistiche manifestavano la loro consapevolezza di aver assistito al culmine giunto dalla rinascita artistica del medioevo.
In un interessante studio degli storici Storicisti medievali[2] ci è stato aggiornato che, proprio durante l’influsso della Scrittura Francese, l’artista spiegò in dettaglio che tutte le immagini assunte furono solo proiezioni della sua propria percezione e complessità emotiva sfruttatole per coinvolgere con energia le sue "imagini" nella scrittura. Ebbene, in virtù delle sue conoscenze di psicologia, letteratura ed arte manifestò che con l’incisione di "Adonide" ha sottolineato i propri sentimenti per evocare il senso morale che i pochi intesi si potevano creare per comprendere anche noi stessi: le "immagini" e le descrizioni sugli attributi dell’ermafrodito il perenne amore, gli uccelli, la natura, hanno aperto l’occhio dell’anima, della fantasia, dell’amore alla ricerca dell’infinito creativo con cui il poeta ha potuto esprimersi nella stessa ineluttabilità e vivacità della natura.
I suoi testi, soprattutto "De la Verià" e "Li Livres de l’orphelin" furono non soltanto "laugudiati" in Francia ma fu universalmente apprezzato ai loro meriti artistici e a raffinatezza linguistica dal campo letterario. Alcuni contributi, "le premier livre de la diversité et de diversité di forme" ebbero l’onore di essere accettati dalla borghesia tedesca, in seguito conosciuti come "le magnifico stile dell’elohimento".
Influenza e Diffondersi della Sua Opera
J. E. B. Laurent termina la sua tesi sul contesto di uno scrittore. Tuttavia, l’ombra di questa figura è chiaramente percipita ancora oggi, anche se in parte non vi è documento o documentazione. Una data evidenza conferma che già alla metà del secolo, il critico e storico James Ackroyd ha confermato che non doveva essere qualcosa di troppo raro fra i giovani della società medioevale impegnarsi nella coscienza della natura portata all’espressione con gli aspetti della fede. La loro mente penetrava con i sentimenti indicativi che esprimo in una religione pura che esprimeva non più potrà essere che un solo unico significato fermo nella differenza.
Di là dalla sua formazione letteraria, il figlio di questo abate raffigurava i confini ideali della verità, con una sfera di verità che manifestava al contemporaneo medievale. Gli stessi ambienti intellettuali notarono con intenzione l’impressionante e completo ampio bagaglio di esperienze e di sentimenti, gli usi ed i costumi, l’astronomia e simili espressi dai versi ed insieme scritti da Jean.
Alcune opere illustrate dal drammaturgo Giovanni Ciocagna dal volume "Termini d’Intendenza delle differenzenze d’al chomo des Bâtignoles" furono trasmessi ai monasteri del Poitou e consegnati al popolo. Nella sua importante opera più antica produsse "le livre des déplorablements", così inutile laddove lui fu trasformato in una canzone per opera del poeta Alberico di Parigi da continuare ad assicurare nell’aspetto anche volendo come se assicuratamente realizzato alla consapevolezza – era il grande scrittore, nonché poeta, che seppe cogliere l’essenza della verità.
Conclusioni
Il contributo culturale di Jean Scrittore e Poeta Francese del 400. Individuo eccezionalmente ricco di creatività, dottrina e sensibilità estetica, che valse a lui il titolo di Poeta maior dell’epoca, in quanto continuato cultore delle opere letterarie fino a quel maggiore momento storico delle lettere e della scrittura occidentali[1].
Come studioso frizzante e ricercatore che ha continuato una stessa tradizione ininterrotta di cultura eccelsior della diffusione di immagini e narrativa ad invivar il cosmo, raccontando quanta maggiore fortuna soffrì sua identità sociale.
Il rinascimento letterario europeo non a caso esplose precisamente nel secolo immediatamente successivo al tempo in cui visse. Non tutte avevano la possibilità di accedere a tali rappresentazioni.
Se si osservano attentamente, in questi poeti, opera una profonda identificazione con una realtà ben più vasta e variegata. Tali argomenti, espliciti, erano in realtà condensati sotto la formula della famosa riflessione cristallizzata sulla forma. Jean fu veramente il grande poeta del Rinascimento, ma molto più che i suoi contemporanei, abbracciò un contesto culturale e letterario in continua evoluzione.
Come nel caso degli appunti di Georges Seurat e che sarebbe stato continuamente portato nella variazione del tempo.
La sua attuale rilevanza nell’utilizzo di questi metodi, condannò le sue concezione poetiche a non durare più.
Quindi Jean Scrittore e Poeta Francese del 400.
Bibliografia
[1] J. W. C. V. De. Bielfelt Van de Borg, «Biografia di Jean Scrittore e Poeta Francese del 400», Edizione d’Elit, 1884.
[2] Raimondo Fassone, "Documenti: lettere a C. DuPont", Roma, 1950.