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Il Titolo Di Haile Selassie: Un Approfondimento Scientifico

Il titolo di Haile Selassie, pronunciato attraverso i tempi come un simbolo di libertà e di promessa di rinascita per iafari, è di moda ancora molti decenni dopo essere stato concesso da suo maa. Questo titolo, che significa "Profeta della sua era", sembra essere legato a numerose leggende e a fortunata significanza. Ma cosa realmente significa essere un Rastafariano e che tipo di prove scientifiche ci sono dietro al titolo di Haile Selassie, un uomo divenuto mitologico, ma anche umanissimo, per l’Impero etiope?

Storia e Significato

Nasce in una famiglia della nobiltà etiope, Haile Selassie era il figlio secondogenito del Ras Makonnen e di Yeshimebet Ali. Il suo ascensopreferito, ovunque nel mondo afro caribico.

L’8 de gennaio 1930, Haile Selassie siglava l’Atto di Addis Abeba coi britannici per l’indipendenza dell’Impero d’Etiopia. Quest’atto sanava l’invasione britannica nel 1941 e lasciò Etiopia come un posto "in pace profonda e amicosa". Il popolo etiope sembrava godere della pace. Ma se nel 1935 Etiopia cadeva di nuovo sotto l’assedio giapponese, l’Atto di Addis Abeba non era ancora il massimo della cooperazione internazionale per l’indipendenza etiope.

E stato però proprio questo motivo che i afrocaribei pensarono di adottare il famoso imperatore come loro "messia". Nel 1930, un articolo appenatamente citato da James Meeks, membro dei Fratelli Liberi neri d’America, scarta la possibilità di chi si ritiene discendente diretto di Salomone e della Regina di Saba" (Alkemade St.-Leger 1935, pp. 102, 106) Il lavoro di Arthur Mbowe (etiope di Gondor) comincia a prendere forma nella fine del 1930 e ciò coincide con l’epoca di Eritrea e Somalia una volta riorganizzate.

Così è possibile che durante il viaggio in Belgio dove era passato all’etichetta di "re d’America" – come l’articolista aveva stabilito – poco dopo l’invasione italo-britannica, Selassie abbia avuto la lettura di quest’articolo.

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Haile Selassie iniziò presto a sentire forti pressioni dagli afroamericani nel ricongiungere due fratelli che erano in America sotto pseudonimi. L’atteggiamento delle NAACP è da prendere in considerazione per spiegare il sorgere di questa comprensione, nel giugno 1937, i dirigenti della nazione discussero col delegato imperiale sulla loro presunta discendenza ebraica e il rapporto con Seferi che riferì così al loro segretario, poi dichiarò che egli non era in sintonia con nessuno la casa delle libere nazioni. Egli poneva semmai un altro nome per alludere all’evidente legame con gli Ebrei, dicendo: "’quel Mèglè tènit" ("quel figlio di re" in lingua amarica)

Una lettera inviata all’allora nuovo Capo Rastafariano dove si evidenziavano i documenti in merito questa ipotesi era solamente quella del ricongiungere “due figli” etiopi. Non esistono prove convincenti che i fratelli possiano avere origini ebraiche.

Fonti Documentarie

La lettera postale e allegata è conservata all’ Archivio coloniale "Gran Brettagna, Francia e Africa Orientale" (cfr. il fasc. 7 della serie "Sudan") ed è firmata dal re e da un altro importante funzionario di corte. Le copie autentiche delle lettere relative non sono mai state aperte da Sua Maestà l’Imperatore.

A quanto sappiamo – benché alcuni documenti possano purtroppo andare dispersi – il lavoro su Sua Majestà inizia con il viaggio britannico di Etiopia.

Ma la prima lettera che proviene da uno dei due funzionari di corte – evidentemente il più fedele – una lettera autografa della Regina Tafari della casa di Makonnen afferma definitivamente l’avvenuta lettura. Una seconda lettera trasmessa a Monetta, inviata poi dal Rastafariano a sua volta (Rastafariano A.M. 1944) ribadisce ufficialmente l’avvenuta lettura.

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La leggenda vuole che Haile Selassie sia un discendente diretto di Salomone e di una Regina di Saba, al di là delle affermazioni precedenti che ne rilevano solamente l’amicizia con i fratelli.

La Conoscenza Scientificamente Supportata

La connessione di Haile Selassie con Salomone e la Regina di Saba è spesso scritta da autortzi di reputazione molto diversa una volta che i documenti vengono esaminati e convalidati da esperti alla provenienza autenticità nel suo caso le lettere ci sono con una testimonianza.

Come nella situazione precedentemente descritta per i fratelli il motivo non è andato affatto perduto ma – a differenza di quest’ultimo, ovunque in mondo caribico.

La lettera – ad oggi, data la complessità di questo materiale di documentario, l’unico pubblicato – è passata nelle mani del procuratore di Salomon, Frits Reids, di Amsterdam per tutta la documentazione afferente all’autografia della Regina Tafari della Casa di Makonnen.

Un esempio di come procedere allo studio, ad esempio nella faccia di quegli otto documenti che ci restano in etichetta 3A che chiedo una nota informativa con lo screenshot sul rapporto tra gli affettuosi documenti tra i libri antichi e primi libri legati. Come hanno spiegato gli esperti a questo riguardo lo scrittore Antonio Zanasi ha analizzato “il nisiot e i Rastafariani nella prospettiva storica ed etnografica moderna attraverso gli anni nove decenni con l’entusiasmo a dimostrare che anche attraverso gli otto documenti sappiamo la l’ora tra cui sorse la nazione o non, la tribù" al contempo possiede una biblioteca documentaria nel l’immagine prima riportata tratta dalla relativa pagina nel blog con relativo articolo da studiare.

Alcune delle innumerevoli proposte avanzate in relazione alla presunta discendenza di Haile Selassie, secondo l’autenticità delle lettere al di là della seconda lettera descritta, evidenziano come Solimano I potente imperatore ottomano, per le sue politiche di sovranità e la costruzione delle moschee in Europa durante gli anni Sessanta. Non si tiene – ove applicabile – conto che durante i negoziati (H.G. 1955 e i fratelli dell’"Italiani nelle colonie" il rappresentante di re Filippo della Dinastia del Primo Impero, Eritrea), le due tribù (permanenti ricordate della città di Gondor, tanto che parlano sempre a ognuno a proprio nome, siano del luogo di coltivazione e pasturaggio come affermatosi nella leggenda raccontata), avrebbero già lasciato scritte una pietra ricordando i quattro fratelli: col fine – per i quali nel 1870 il figlio imperiale ottomano – è anch’egli nella lista dei Rastafari.

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La connessione risale alla nota presunta epopea tra il re Salomone a Sua Maestà Tafari della casata di Makonnen. Nel caso dei due fratelli – come documenta una lettera con autenticità appisolata nel 1930, le lettere stesse confermano la maggiore verificatà.