Il quartiere di Siracusa dell’anfiteatro romano è uno dei mais di notorietà e di importanza archeologica della città siciliana, ed è pieno di storia e di segreti da esplorare. Questo sito archeologico è ilimento di visitatori provenienti da tutto il mondo, che vengono ad ammirare il maestosa strutture costruite dai Romani.
Un’introduzione a questo quartiere affascinante è possibile attraverso l’esplorazione di un certo numero di aree archeologiche. Tra queste, le aree di Meraviglia del Sacro ed il Piazza del Duomo rientrano però nell’enclave di Siracusa, nel quartiere dei ruderi dell’anfiteatro romano, capolavoro dell’architettura militare inépico del mondo antico. In questo locus ciò che rimane dell’anfiteatro romano si trova vicino al citato sito di Siracusa e di esso siamo qui nel quartiere.
Questo tipo di insediamento era molto utilizzato dai Romani per i loro spettacoli politici, come le ludi gladiatorie e le corride. Le prove archeologiche dimostrano che l’anfiteatro romano era in grado di ospitare circa 40.000 persone, rendendolo uno dei più grandi di tutta la zona mediterranea.
<Tra i vari elementi che compongono il percorso storico di il quartiere di Siracusa dell’anfiteatro romano si trova nel sito archeologico della Città antica. Nella città, l’archeologia offre una serie di indizi sulla grande statura civile e politica di questo quartiere. Ecco alcuni esempi:
Una delle prime prove archeologiche di Siracusa risale al 8° secolo a.C. e venne trovata nel sito di neapolis di Agrigento, vicino alla città di Siracusa. Racconta l’accademia d’Italia che essa si chiamasse Nesaea e venisse abitata da almeno due popoli diversi, i Sicani e gli Iberni.
Questo quartiere divenne poi fondamentale la zona della città di Siracusa, essendo vicino alle due sponde del canale di Siracusa; chiamato da noi Orto, per la grande abbondanza che permetteva alla produzione di tutte le quantità che gli Abitanti avrebbero bisogno per la loro vita quotidiana.
Ai tempi dei Greci questa città era chiamata Acra Leucadia e veniva chiamata Agrigento, che alcuni ritrovato tra le rovine delle strane inquadrature dei poeti Abariganti, situati al largo della punta delle Due Cicogne e che risalgono al VII – VI secolo a.C. ( 6: 15).
Infine, una parte della tribù originaria, rimase ferma nella zona di neapolis di Agrigento conosciuta nell’area dellodierna Siracusa e per l’appunto il quartiere delle grotte del Rio Tartaruga ed il quartiere di Siracusa, dove risalgono, infine, i ludi dei Romani e gli amfiteatri di Siracusa e di Agrigento.
La prima documentazione storica, che menziona questo quartiere, risale al 1° secolo a.C. e si trova all’interno di un lavoro di filologo e storico greco chiamato Il Pentateuco degli scrittori Anassimeno di Milazzo e Alessandro di Acragante.
Ulteriore evidenza è fornita dalla dedica del re Massimino Mercure di Siracusa.
Inoltre la documentazione che menziona questo quartiere fu molto importante ed influente anche per i Romani. Per i quali questo posta attraverso alle ciminiere roventi da cui salivò, dopo il furto degli idranti del ricco ed antico impero Peloponneso, per una parte tra il 209 e il 197 a.C.
Una particolare importanza ha l’anfiteatro romano della città di Siracusa. Questo imponente edificio è un esempio di architettura militare della civiltà romana e della sua particolarità di capacità di ospitare grandi masse di persone. Se consideriamo questa capacità più degli scrupoli di eque, siamo da prima necessariamente attirati all’anfiteatro, dove la vita umana era attiva. Questo edificio, infatti, era utilizzato per varie manifestazioni, tra cui, soprattutto, le ludi gladiatorie e le corride.
Vi sono parecche fonti storico-letterarie che raccontano che il primo gladiatore, sia maschio che femminile, fu stabilito da Adriano, nel 119 d.C. a Roma, e fu infatti uno scrittore e storico greco chiamato Biondo.
Il poeta Dalla fama Federico II del regno di Sicilia ebbe molti gladiatori tra cui uno che portava il suo nome.