Introduzione
Il Lago Ness (nome completo: Lago di Loch Ness), situato nell’esteriore nord-ovest della Scozia, è un luogo famoso non solo per la sua bellezza naturale, ma anche per la presenza di un creatura fantastica, l’abigeato smisurato (Nessie) o il Mostro di Loch Ness. Questo fenomeno ha attirato l’attenzione di turisti, scienziati e appassionati di avvistamenti dei fuori posto, sollevando domande sulla realtà di questa creatura mitica. Ma quanto è vero l’esistenza di questo mostro? In questo articolo, ci concentreremo su una indagine scientifica approfondita, analizzando prove e teorie in riferimento all’esistenza di il Mostro di Loch Ness.
La Storia di Loch Ness e il Mostro
La leggenda del mostro di Loch Ness risale al IX secolo, quando i monaci di un monastero locale raccontarono di una creatura gigante che viveva nel lago. Tuttavia, la maggior parte delle storie e dei racconti che circondano il mostro vengono dal XIX e XX secolo. Nel 1933, un fotografo locale, Colin Tennant, scattò un’immagine che sembrava mostrare la coda di un animale gigante sbucare dalle acque del lago. L’immagine, nota come "L’Oggetto", divenne immediatamente virale e scatenò un’onda di interesse su questa creatura fantastica.
Dal 1933, sono stati segnalati molti avvistamenti di Nessie, tra cui quelli dei due fratelli George e Christopher Spicer nel 1933, e dell’ingegnere di automobili Tim Dinsdale nel 1960. Tuttavia, molti di questi resoconti sono stati messi in dubbio, poiché non sono supportati da prove concrete e spesso possono essere interpretati come frutto della fantasia o dell’errore ottico.
Analisi Scientifiche dell’Esistenza di Nessie
A partire dagli anni ’60, la comunità scientifica ha iniziato a interessarsi a Loch Ness e il mostro che lo abita. Una delle prime analisi scientifiche fu condotta negli anni ’70 dal biologo Roy Palmer, che utilizzò le tecniche di monitoraggio di lago per valutare la presenza di grande animali nel lago. I risultati della sua ricerca mostrarono che il lago era troppo piccolo e freddo per sostenere una popolazione di grandi animali, come un mostro gigante.
Nel 1987, un team di scienziati britannici, guidato dalla rivista Nature, condusse un esperimento di monitoraggio acustico per cercare ulteriori prove dell’esistenza di Nessie. I ricercatori utilizzarono un campo di microfoni sottomarini per rilevare eventuali suoni prodotti da un animale nelle acque profonde del lago. I risultati mostrarono che l’eco che furono raccolti non erano diversi da quelli prodotti da granchi o pesci. La conclusione del team fu che l’evidenza non sosteneva l’esistenza di un grande animale nel lago.
Teorie sull’Identità di Nessie
In aggiunta all’ipotesi del mostro gigante, sono state formulate diverse teorie sugli avvistamenti di Nessie. Alcune di queste evidenziano che la creatura potrebbe essere, infatti, un animale nascosto e appartenente a una specie già nota, spesso elencata dai pescatori della zona. Alcuni dei candidati come il rodio gigante, un mammifero sommerso di dimensioni perlopiù preistorico, oppure, il granchio gigante.
Queste speculazioni trovano sostegno in alcuni avvistamenti di l’acqua del lago che sembrano dare indicazioni di animali forse preistorici. In particolarità, il granchio gigante, in grado di raggiungere lunghezze superiori ai 5 metri (16,4 piedi), è un candidato plausibile per diversi dei numerosi avvistamenti visivi.
I Limiti delle Ricerche e la Manca di Evidenza
Nonostante gli sforzi dei ricercatori, l’esistenza di Nessie rimane una questione controvertibile. La mancanza di prove concrete e le scarse evidenze scientifiche a sostegno della sua esistenza portano molti scettici a considerare il mostro come una creatura mitica o fantomatica.
Inoltre, questi avvistamenti sono spesso colti da "vedi cretinsi" o "effetto ottico", una situazione comune nella natura. Esso rappresenta una valutazione visiva diversa rispetto a ciò in cui un osservatore potrebbe veramente rilevare a seconda della sua esperienza, dell’interpretazione dei dati, e dalle teorie scientifiche. La letteratura scientifica in merito agli avvistamenti non documentati della natura ha riconosciuto più volte il "potere" del cervello umano di generare tendenze inconsce nell’interpretazione dei dati, che potrebbero rilevare una situazione ben distante dalla realtà vera.
Inclusione in altri Progetti di Tutela Ambientale
Le motivazioni per prendere in considerazione la realtà della presenza di questa creatura biologica, e in quest’ottica tutelarla dunque facendola oggetto di "protezione" da eventuali esseri umani che, da non poter sapere chi o cosa sia questo animale, vorrebbero pescarlo, esiliarlo, ucciderlo, o infine realizzare un qualche tipo di altra manipolazione non morale. Il riconoscimento universale dell ‘ identificazione attribuita alla creatura, potrebbe aiutare nel trovare un concreto sistema di protezione, al fine di preservare il mondo naturale.
Sconclusione
I risultati di questa indagine scientifica mostrano che, nonostante i numerosi resoconti di avvistamenti e le leggende che circondano il Mostro di Loch Ness, non esiste ancora una prova concreta della sua esistenza. Le analisi scientifiche e gli studi condotti a Loch Ness hanno non riscontrato evidenze tangibili il Mostro, una teoria più probabile data la presenza di un granchio gigante o altra entità appartenente una specie poco conosciuta ed oggi al mondo.
La visione più cauta da tenere su questo fenomeno è giustamente rappresentata dalla mancanza "ufficiale" di alcuna delle comunità scientifiche che ne hanno condotto delle ricerche nel corso degli anni o quelle che condurrebbero ulteriori approfondimenti di ricerca in futuro.