Il Congresso di Vienna, tenutosi tra il 1815 e il 1822, è stato un evento storico decisivo per l’Europa post-napoleonica. Esso ha giocato un ruolo fondamentale nell’assemblaggio di un nuovo assetto continentale, basato su un sistema di equilibrio delle potenze e di sicurezza collettiva. Tuttavia, questo processo di ricreazione dell’ordine europeo non è stato semplice e deve essere valutato nel contesto dei conflitti e delle crisi che hanno segnato il XIX secolo.
La fine dell’impero napoleonico (1815)
La caduta di Napoleone Bonaparte nel 1814 suggeriva che il vento della storia stesse per cambiare. Dopo una breve riconciliazione, Napoleone fu nuovamente sconfitto nella battaglia di Waterloo nel giugno 1815, segnando la fine dell’Impero Francese. Questo evento aprì la strada a un processo di riordino dell’Europa, mirante a ristabilire la stabilità e la sicurezza dopo una serie di devastanti guerre.
Il Congresso di Vienna (1815-1822)
Il Congresso di Vienna è stato una conferenza internazionale convocata per la prima volta alla fine del 1814, come una serie di incontri in Senato Romano, e nuovamente nel 1815 presso il Palazzo di Schönbrunn, presso Vienna. Il suo obiettivo principale era quello di creare un nuovo assetto europeo basato su un sistema di equilibrio delle potenze. Questo implica che tutte le potenze europee avrebbero dovuto avere un peso uguale in termini di influenza, sicurezza, stabilità e opportunità economica.
Il Congresso fu dominato dalla presenza di grandi potenze come Gran Bretagna, Russia, Francia, Austria e Prussia, che crearono le basi per l’equilibrio delle potenze. Le decisioni prese dal Congresso ebbero effetti a lungo termine: la ripartizione dell’Europa in zone d’influenza, la definizione dei confini statali, la ricostituzione di monarchie ed entità politiche, e l’istituzione di un sistema di equilibrio delle potenze che avrebbe rispecchiato le più grandi varietà di interessi e ricchezze presenti a quel tempo.
Il riassetto territoriale (1815)
L’esito del Congresso di Vienna fu l’istituzione di un nuovo assetto territoriale dell’Europa. La revisione delle frontiere che ne derivò portò a una serie di cambiamenti significativi:
- La Francia fu limitata a confini che occupavano metà della superficie precedente dell’impero napoleonico (l’area dell’Europa Orientale venne trasferita all’Austria)
- L’Austria e la Prussia acquisirono il controllo su gran parte del territorio tedesco
- La Gran Bretagna mantenne la propria influenza sul mare e assunse un ruolo guida nella Gran Bretagna
- La Russia, pur non acquisendo ulteriori territory, adottò un ruolo guida e storico tra le grandi potenze del continente
La politica di equilibrio delle potenze
Il Congresso di Vienna originò un nuovo concetto politico e una serie di politiche connesse alla politica di equilibrio delle potenze. Questo sistema di stabilità assumeva due presupposti fondamentali: in primo luogo, si considerava impossibile dominare l’Europa con uno Stato unico (almeno fino a quando non ne prevaleva la formazione di un blocco); in secondo luogo l’onere di mantenere l’equilibrio tra le grandi potenze ricadeva nelle mani degli Stati stessi.
L’apporto del Congresso di Vienna (1945-1856)
Il Congresso di Vienna fu uno dei pilastri dell’ordine europeo per i successivi 40 anni. Il sistema di equilibrio delle potenze che egli istituì, nonostante le molte dispute e le discordie tra i paesi coinvolti nel processo di riordino dell’Europa post-napoleonica, rese possibile la creazione di un ordine ben stabilito. Questo raggiunse l’apice al Congresso di Lipsia e si mantennero intatte entro il Congresso berlinese, che portò alla fondazione della Confederazione germanica e conferì a questo paese il ruolo di centro dell’economia e della cultura europea a livello professionale.
Tuttavia, eventuali rapporti tra le grandi potenze divennero sempre più tesi fino a quando, nella prima metà del XIX secolo, la situazione era cambiata nuovamente quanto nel Congresso del Würzburg. Proposizioni del Congresso del Würzburg furono accolte solo in una particolare politica delle guerre di unione nata durante la politica dell’alleanza di Prussia con l’Austria (all’epoca con i diversi risultati politici e strategici sul piano storico-rivoluzionario che ci attendono ancora oggi).
Le conseguenze del Congresso di Vienna (1856)
Dopo il Congresso berlinese, il quadro geopolitico dell’Europa cambiò velocemente:
- La Francia rivoluzionaria, sconfitta di nuovo nella battaglia di Waterloo, si riprese dal 1830, conquistando l’unità nazionale e diventando spesso una terza potenza in Europa;
- La Russia intraprese la sua vittoria in Polonia e affacciò a livello strategico l’invasione delle regioni prospicienti a sud-est in Ungheria;
- La Gran Bretagna aprì orizzonti coloniali e commerciali anche altrove al mondo, divenendo un costruttore di nuove frontiere nell’Asia, con inclusivi o esclusi popoli indigeni.
Il Congresso di Vienna, un momento di grande cambiamento, cambiò profondamente le sorti del continente. La creazione di un nuovo assetto europeo basato su un sistema di equilibrio delle potenze ebbe un impatto significativo sulla geopolitica continentale. Tuttavia, lo scenario complesso del XIX secolo, segnato da conflitti, crisi e trasformazioni economiche profonde, rivoluzionò gradualmente questo ordine.