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Il Castoro Protagonista Di Un Cartone Del 1980: Un Approfondimento Scientifico

Introduzione

Negli anni ’80, in un cartone animato italiano, un personaggio simbolo interpretabile come il castoro fece la sua apparizione. Molto probabile che si tratti di un castoro anatra, il cartone non è noto per la precisione dei dettagli e della maggior parte dei cartoni del tempo; ma questo personaggio avrebbe suscitato una grande passione tra i bambini e anche tra gli adulti dell’epoca, per via della sua ambientazione rurale e delle sue storie ambientate prevalentemente sugli specchi d’acqua. Sul nostro blog di oggi ci focalizzeremo su il castoro protagonista di tale cartone, esaminandone le caratteristiche scientifiche.

Le Caratteristiche del Castoro

Per iniziare, tocchiamo le caratteristiche del castoro che renderanno quel personaggio ben riconoscibile nell’immaginario di milioni di italiani tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta. In effetti, il castoro (nyctereutes procyonoides) è un grande mammifero aquatico originario dell’Eurasia, descritto per la sua pelliccia spessa e opaca che lo aiuta ad eventuali intemperie marine. Il cibo del castoro varia a seconda delle diverse aree, ma infine è solito nutrirsi di piante e radici acquatiche sia acide che basiche. Nonostante il castoro non sia particolarmente famoso come uccellatore, la dieta continua a contenere animali anche per quel che riguarda il momento pre-pesca del castoro.

Lo sforzo motorio svolto dal castoro mentre nuota ha portato la ragione principale per le notevoli modifiche nelle orecchie del castoro: infatti il castoro ha orecchie affusolate e ottimamente dotate, queste funse come immaginabile orecchini auscultatori: infatti, questi organi aiutano il castoro a percepire i suoni del lungo mare durante il lavoro di pesca sotto l’alga.

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Caso di Studio: I Castori in ambiente Italia

La presenza del castoro in Italia non è certamente recente. Secondo i dati del Ministero dell’Ambiente, la specie è stata introdotta nel paese in seguito ad un piano di rilascio messo a punto nel 1991 proprio per il Ministero dell’Ambiente, con l’obiettivo di ripristinare la presenza della specie in alcune zone del territorio italiano, ricreate artificialmente negli anni della Grande guerra.

Purtroppo però la ricerca del cibo si vede influenzata da eventi atmosferici particolarmente intensi: per esempio i dati mostrarono l’avvenuta improvvisa rapida introduzione del castoro in certe zone che non permetterebbero una reale presenza costante – ad esempio in alcune zone come Senigallia e Jesi – rivelando quindi la tendenza di ridurre la presenza degli stessi.

Per cercare di aumentare la biodiversità dei sistemi aquiferi del nostro paese, è necessario rafforzare l’azione di bilanciamento naturale, nonostante abbia iniziato una grande riabitazione; questa azione potrà essere resa più agevole dai tipi di eventi meteorologici che, nel lungo termine, ci forzeranno ad aumentare i banchieri di caumont: una casistica che, partendo da quella degli impatti del debito pubblico, si tradurrà inevitabilmente nell’area privata di un cantiere.