Il cane che non molla, un fenomeno abbastanza comune soprattutto negli ambienti canini, potrebbe apparire un semplice segno di affetto e legame verso il proprio compagno. Tuttavia, dietro a questo comportamento ci sono meccanismi complessi e ben studiati dalla scienza. È sicuramente un fenomeno gradevole, ma con un lato più profondo da esplorare, rivelandoci come pesci in acqua in diversi settori della nostra società.
Comportamento Sociale Canino e il Ruolo dell’Occhio Visivo
Alcuni cani manifestano il comportamento di non mollare, ovvero di seguire il proprio proprietario in quasi tutte le attività quotidianamente svolte. Questo potrebbe essere definito un comportamento inseparabile. In genere questo fenomeno si manifesta durante le passeggiate, all’uscita da casa o in quelle situazioni che prevedono l’uscita da casa. L’attachement-stress model fornisce l’interpretazione per questa forma di amore.
Secondo la ricerca scientifica, il comportamento di non mollare sarebbe legato al ruolo dell’occhio visivo del cane nel collegamento con il suo proprietario. I cani, infatti, tendono a guardare i propri padroni con più frequenza e intensità rispetto alle altre situazioni, questo fatto fa supporre che guardare gli occhi diretti dell’altro può svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo di legami. Il fatto che alcune ricerche riescano a supportare questa idea scientifica sottolinea come più di un semplice legamento ci sia dietro i fatti.
Un articolo nel Journal of Comparative Psychology riporta che "[il comportamento di non mollare] potrebbe costituire un segno di attaccamento e legame che il cane ha verso il proprio proprietario" e che "[questo comportamento] potrebbe essere influenzato dalla complessità delle interazioni sociali fra il cane e il suo proprietario". Questo articolo fa notare come nei casi di cani separati da padroni o proprietari per lungo tempo dopo aver cresciuto insieme, questo comportamento di non mollare tende a diminuire.
Inoltre, un ulteriore esempio lo troviamo da un’indagine pubblicata sulla rivista scientifica Scientific Reports. L’indagine effettuata ai cani non era necessaria, ma questa indagine indica che il comportamento di guardare rispetta i confini del proprio partner. Questo è evidenziato dai risultati dell’indagine sopra descritta.
Regolazione Emotiva e il Complesso Sistema Canino
La regolazione emotiva del cane, ovvero la capacità di gestire le proprie emozioni, è intimamente legata al comportamento di non mollare. Come un riflesso freudiano, se in qualcuno non c’è un limite razionale tra pensiero impulso e azione; potrebbe essere possibile trovare più cani impegnati in comportamento impulso dopo aver superato la barriera critica.
Studi recenti hanno dimostrato che la regolazione emotiva del cane è influenzata da una complex sistemazione costituita da numerose aree cerebrali, fra cui l’amigdala, il sistema limbico ed il circuito salienti.
I cani che manifestano un comportamento di non mollare tendono ad aver un sistema limbico più attivo, ovvero più sollecito rispetto ai soggetti che non presentano questo comportamento. Questo significa che i cani che non mollano tendono ad essere più sensibili alle emozioni e ai cambiamenti ambientali.
Il comportamento di non mollare potrebbe essere quindi visto come un tentativo del cane di gestire le proprie emozioni e mantenersi in equilibrio nel proprio ambiente. Inoltre, come si è detto già prima, l’occhio visivo e l’interpretazione del relazione sociale si sentono tanto sottolineate dopo il confronto di svariati articoli citate.
Neurochimica Associata al Comportamento di Non Mollare
La neurochimica sperimentale si aggiunge anche agli interessi alla ricerca scientifica da riflettere. Osservazioni precedenti già facevano vedere perchè i cani all’avvio della crescita tendenzierebbero, nella popolarità dei cani a non mollare, a dipendere più spesso a essere motivati da stimolazioni di genere visivo. Un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Neuropsychopharmacology nella prima storia del 2019, descrive il meccanismo neurochimico associato al comportamento di non mollare.
Gli autori hanno scoperto che il comportamento di non mollare è associato a un aumento della produzione di vasopressina (una neurotrasmettente coinvolta nel riconoscimento sociale) e dell’ossitocina (una neurotrasmettente coinvolta nella fiducia e nella collaborazione). Ciò suggerisce che il comportamento di non mollare potrebbe essere correlato al rafforzamento del legame sociale fra il cane e il proprio proprietario.
Inoltre, gli autori hanno scoperto che il comportamento di non mollare è anche associato a un aumento della attività nella corteccia prefrontale, ovvero la parte del cervello coinvolta nella pianificazione, nella decisione e nella coordinazione delle azioni. Ciò suggerisce che il comportamento di non mollare potrebbe essere correlato alla capacità di pianificare e di coordinarsi le azioni per mantenere il legame sociale.
Implicazioni Cliniche e di Benessere
La comprensione del comportamento di non mollare può avere importanti implicazioni cliniche e di benessere. Ad esempio, i cani che manifestano un comportamento di non mollare possono essere più docili e più facilmente addestrabili rispetto a quelli che non presentano questo comportamento.
Inoltre, i cani che manifestano un comportamento di non mollare possono essere più sani psicologicamente e meno propensi a sviluppare disturbi del comportamento. La ricerca scientifica suggerisce che un equilibrio in sano ambiente col cuore fa anche bene all’equilibrio della soggettività col suo relativo comportamento di non mollare.
Tuttavia, è anche importante notare che il comportamento di non mollare può essere anche un sintomo di disturbi del comportamento, come ad esempio la compulsività o la fobia.
Conclusione
Il comportamento di non mollare è un fenomeno complesso e ben studiato dalla scienza. Sembra essere correlato al ruolo dell’occhio visivo del cane nel collegamento con il suo proprietario e alla regolazione emotiva del cane. La neurochimica associata a questo comportamento è interessante e suggerisce che ci possa essere un aumento della produzione di neurotrasmettenti coinvolti nel riconoscimento e nella solidarieta sociale.
La comprensione di questo fenomeno può avere importanti implicazioni cliniche e di benessere per i cani e le loro famiglie. È importante essere consapevoli che il comportamento di non mollare è un comportamento normale per molti cani e che non è necessariamente associato a problemi di salute mentale.
L’articolo condotto prova che per aggiungere osservazioni particolari ancora il comportamento di non mollare può essere classificato con gli aspetti tipicamente normali.
La documentazione è un contributo importante per avere una visione più completa e complessa del comportamento di non mollare e per contribuire a migliorare la salute e il benessere dei nostri cari cani.
La ricerca scientifica e la documentazione di oltre i precedenti lavori scientifici riportati contengono quindi che i dati presentati ne hanno le basi.