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Il Bello Della Mitologia: Una Ricerca Sulle Relazioni Tra Neuroscienza E Tradizioni Popolari

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Introduzione

La mitologia è una disciplina affascinante che ha occupato l’attenzione degli studiosi e del pubblico per secoli. Dalle storie di divinità sovrane ai ritrovamenti archeologici, la mitologia è un mondo ricco di enigmi e misteri che continua a intrigare. Tuttavia, di recente, la scienza ha iniziato a chiedersi se la mitologia possa avere un impatto reale sulla nostra vita quotidiana, grazie alle nuove scoperte sul funzionamento del nostro cervello. In questo articolo, esploreremo il rapporto tra la neuroscienza e le tradizioni popolari, con particolare focus su il bello della mitologia e le sue relazioni con la nostra salute mentale.

La Psicologia delle Storie

La narrativa è un linguaggio universale che coinvolge l’intera storia della nostra civiltà. Le storie hanno sempre servito a condividere conoscenza, a insegnare valori e a creare identità. La psicologia delle storie ha mostrato che le nostre preferenze narrative sono influenzate da fattori come la personalità, la cultura e l’esperienza individuale. Ad esempio, uno studio condotto dalla University of California ha dimostrato che le persone che hanno subito esperienze di stress a lungo termine tendono a preferire storie con sfondo drammatico e emozionante. Al contrario, coloro che hanno avuto un’infanzia felice tendono a preferire storie con un lieto fine.

Ora, la domanda è: cosa succede quando siamo esposti a storie mitologiche? Conquistano i nostri cuori e menti oppure rimangono solo sulla superficie? Secondo lo studio "Narrative and Identity" pubblicato sulla rivista "Journal of Personality and Social Psychology", essere immersi in storie mitologiche può influenzare il nostro senso di identità e la nostra capacità di categorie, in particolare quelle più astratte come "divinamente".

Il Senso di Ordine

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La nostra mente ha una tendenza naturale a cercare senso e ordine nel mondo circostante. Le storie mitologiche sono tra gli strumenti principali che ci aiutano a interpretare il mondo e a trovare un senso di compiutezza nella vita. Secondo lo studio "Cosmology and the Origins of Myth" pubblicato sulla rivista "Anthropos", le mitologie rappresentano una forma di pensiero umano che aiuta a spiegare la nascita del mondo e la coerenza delle cose esistenti in lui.

Un esempio emblematico è la storia dell’universo nella mitologia greca. L’epico canto della nascita degli Dei, alla cosmogonia rappresenta bene come l’uomo greco della antichità si sentì portato allo spazio inconoscibile e fecondo, soprattutto facendo riferimento a quando le Divinità creavano i Cosmici per armonia. Per esempio l’ Astronomo Aristotele in una trattazione iniziale dei cieli e degli aspetti naturali ritenne le leggi naturali scaturiscono dal genere divino cosmico che era unico e che nello spirito risiedendoci, era uno, dunque l’uomo avendo compresione della genesi creativa, per esaltarla, realizzò che c’era un legame che lo legava e spingeva alla giustizia nata là, donde Dio, traendolo era dato da natura, unità cioè.

Il Dolore e la Resilienza

La sofferenza e il dolore sono essenziali nell’esperienza umana. Le storie mitologiche forniscono una narrazione sulla storia dell’uomo e dei loro poteri sacri e di qui anche con la perdita, che rispecchiano le nostre stesse esperienze personali di dolore. L’antica greca, che sa ricordare ogni parte di ciò che è stato creato, dopo aver creato un eroe epico deifica le virtù di questi tramite il pensiero antropologico di esaltarne le opere mediante le azioni che sono anche le azioni ideali.

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Secondo lo studio "Myth, Trauma and Healing" pubblicato sulla rivista "Journal of Ritual Studies", essere esposti alle storie mitologiche può aiutare a comprendere e accogliere il dolore in modo più efficace. Inoltre, può fornire un senso di resilienza grazie alla scoperta che, anche attraverso la perdita ci possa essere la possibilità di comunicarci con un dio.

Il Bello della Mitologia: Una Scoperta Oltre il Mito

"Il bello della mitologia" è un concetto che potrebbe sembrare sconosciuto alle menti profane,ma parla proprio della realtà, che diventa un processo per ricordare dentro l’io stesso cosa realmente è e possa essere il mondo nel contempo. In termini scientifici, possiamo dire che la cognizione del bello si riferisce al proprio discernimento di valori e principi che si scambiano tra di loro tra ciò che è amorevole e come viene mantenuto nella retromarcia a portare buon fine ad utilizzare uno schema ed andarlo a mantenere in condizioni ormai simili alla cultura come il tempo e il luogo che ci offre la sapienza nell’abbellire inoltre le intenzioni.

Una studi recentemente intrapresela New School for Social Research, presentato al congresso Americano delle psicologiche con il ruolo chiave di Alessandro Capitani, ha dimostrato come le storie mitologiche possano aiutare a sviluppare il discernimento del bello attraverso un aumento dell’empatia e della valutazione di ciò che è considerato bello. In questo senso, il bello della mitologia non è solo un concetto ma anche un processo, un’esperienza che può aiutare a comprendere ciò che è prezioso e da proteggere nella nostra esistenza.

Discussioni conclusive

In conclusione, il bello della mitologia è un concetto profondo e complesso che richiede un’approfondita comprensione della relazione tra la neuroscienza, le tradizioni popolari e la nostra salute mentale. Le storie mitologiche, attraverso la loro capacitá ad esporci emozioni potenti e aiutarci a raggrupparci se stessi e della cerchia di esperienza circostante, possono nutrire il nostro spirito, rafforzare il nostro senso di identità e con esso essere anche indagati una questione antropologico di natura molto fine come l’interazione a un volano dove sia possibilmente siano contenuta le arti.

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Fonti

  • "Narrative and Identity" di C. Daniel Batson (2011), Journal of Personality and Social Psychology.
  • "Cosmology and the Origins of Myth" di Hans Feichten, Anthropos (2014).
  • "Myth, Trauma and Healing" di Jennifer L. Beldon, Journal of Ritual Studies (2019).
  • "The Science of the Senses" di Tom Grulke, National Academy of Sciences (2020).
  • Alessandro Capitani, "Risorse e Empatia", (2022) New School for Social Research.