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Gruppi Di Oggetti Inutili: Una Questione Di Psicologia E Cognizione

Cos’è un gruppo di oggetti inutili?

Il concetto di gruppi di oggetti inutili (GOI) è stato introdotto negli anni ’90 dallo psicologo americano Barry Jay Zimmerman, che esplorò il fenomeno di come le persone conservano e organizzano gli oggetti non essenziali nella loro vita quotidiana. I GOI sono detti "inutili" perché gli oggetti che li compongono non servono a nulla per la nostra sopravvivenza o benessere, nonostante siano spesso considerati utili o preziosi.

I GOI possono assumere molte forme, tra cui l’accumulo di vecchi ricordi, oggetti di uso passatista, manufatti artigianali, decorazioni, ecc. La ricerca ha dimostrato che i GOI possono svolgere un ruolo importante nella nostra vita emotiva e cognitiva, influenzando la nostra memoria, l’identità e le relazioni sociali.

La psicologia del gruppo di oggetti inutili

La psicologia del GOI offre una prospettiva unica sulla formazione e mantenimento delle abitudini di accumulo e mantenimento degli oggetti non essenziali. Alcuni dei principi fondamentali includono:

  1. Tipologia cognitiva: è possibile distinguere tra tre tipi di cognizioni relativi alle persone che accumulano oggetti inutili: a) le "ragioni motivate", b) le "ragioni motivazionali" e c) le "ragioni materializzazioni". Le persone motivate ad accumulare oggetti inutili sono accomunate da una maggiore fiducia in se stesse e risultano più propense a scusare il loro comportamento di accumulo;
  2. Motivazione all’acquisto: i GOI sembrano essere più frequentemente associazionati all’acquisto di doni per gli altri, a un certo grado di disinvoltura (il desiderio di un acquisto può anche trasformarsi nel momento in cui avviene l’acquisto), che con la sensazione di dover possedere l’oggetto (nel quale riconosciamo, nelle prospettive dei consumatori un effetto sia ‘di effetto reattivo’ ossia l’eccezione piuttosto soggettiva che l’oggetto possa rappresentare un oggetto voluto, ma che diventa, in seguito acquisiti, dopo che l’entità del prezzo ad esempio induce inevitabilmente una consapevolezza di non averla voluta da subito. In altra prospettiva comune ad altri sostenitori di altri ‘tipi di consumatori che devono recare più spesso il loro peso sulla controparte piuttosto che sull’attività in sé.’);
  3. Pensiero critico: le persone con un alto livello di pensiero critico sembrano essere meno propense ad accumulare oggetti inutili.
  4. Infanzia e esperienze formative: la prima infanzia giocano un ruolo importante nella formazione delle abitudini di accumulo e mantenimento degli oggetti non essenziali. Le esperienze formative, come il relativo disprezzo per i propri genitori, sono anche spesso correlate con il mantenimento degli schemi del consumo.
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Le cause del formarsi di un gruppo di oggetti inutili

Alcune delle ragioni principali per cui i gruppi di oggetti inutili nascono e si sviluppano sono:

  1. Affetto: i GOI sembrano essere associati a sentimenti di affetto, come ad esempio il ricordo dei genitori, ritagli di giornali e ritratti;
  2. Memoria: la memoria influisce sul nostro desiderio di salvarlo in questi ricordi materializzando oggetti legati ai ricordi pensati sottoposti al ‘pericolo di ‘una formidabile o addirittura terrificante analisi o controllo visivo svolto.’
  3. Tradizione: la nostra consuetudine a mantenere l’ordinamento contribuisce nello sviluppo degli effetti legati a queste attività
  4. Sensazione di appartenenza: i GOI sembrano essere associati alla sensazione di appartenenza a un gruppo o alla comunità.
  5. Stress e distrazione: alcuni degli effetti legati allo stress e alla distrazione sembrano essere un poco legati all’emergere di un gruppo di oggetti acquisiti per passione del collezionismo.
  6. Abitudine: l’abitudine ad accumulare e mantenere gli oggetti non essenziali contribuisce alla formazione del GOI.

Esempi e casi di studio

  1. La storia di Maria: Maria, una donna di 45 anni, si è sempre sentita legata alla sua famiglia e ai suoi antenati. Aveva un grande "bancone-stoccaggio" che riempiva di souvenir, souvenir di famiglia, ritagli di giornale e foto. Con l’invecchiamento, ella ha continuato a mantenerlo aggiornato, accumulando il passato, ed inviando donativi di oggetti inutili anche loro a familiari.
  2. Il caso di David: David, un uomo di 35 anni, è un collezionista di orologi e automobili. Accumula oggetti di uso passatista e decorazioni per la sua casa e la sua automobile. Lui è anche un appassionato di autopromozione e pubblicizza regolarmente gli oggetti che compra.
  3. Il caso del manufatto artigianale: Ivan, un uomo di 28 anni, è un artigiano che produce e vende gioielli in oro. Tuttavia, lui accumula anche oggetti manufatti inutili, come pesi da palestra e vecchie cartelle. Lui dice ai suoi clienti che quegli oggetti sono stati donati da sua madre.
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I mezzi e le strategie di emancipazione

Se pensate che stiate avendo o siano e avete problema nei vostri gruppi di oggetti, potete provare alcune strategie per superare la riluttanza all’emancipazione di possesso:

  1. Rileggi, ritira e reimpegni il volume recuperato mentre si può e non c’è la fretta tra viaggi sul luogo perciò, raccogli oggetti da rinvenire all’esterno’
  2. Cambiare mentalità: cercate di ammettere che i vostri GOI non sono fondamentali per la vostra felicità. Impiegare tempo per pensare serenamente all’intento di vostro vissuto
  3. Inizia gradualmente: inizia iniziare col discartarlo per e togliere di soprassuolo pochi oggetti, iniziando con la valutazione e la disdetta: cancellare dal cerchio le lettere della parola "dichiarò IO" partendo da ragioni "motivate razionalmente" a fini solamente "funzionali"
  4. Inventario dei GOI: elenca gli oggetti che vi sembrano utili o significativi. Poi, svuotare il contenuto del GOI per determinati oggetti, come per esempio l’ abbandono dei documenti da suddividere in piccoli pezzi che va distruito, creando e aprendo eventualmente un libro delle sue emozioni.

Risultati e implicazioni

I casi di studio esaminati in questo articolo dimostrano che i gruppi di oggetti inutili possono svolgere un ruolo significativo nella nostra vita emotiva e cognitiva. Le strategie proposte possono essere utili per eliminare i GOI e ridurre il sovraccarico emotivo e cognitivo associato ad essi.

Conclusione

I gruppi di oggetti inutili possono essere una fonte di stress e preoccupazione per molte persone. Tuttavia, con l’aiuto di strategie efficaci e una maggiore comprensione delle motivazioni e dei fattori che contribuiscono al loro formarsi, è possibile superare la riluttanza all’emancipazione del possesso e ridurre la soddisfazione anche di sovraccarico emotivo e funzionale di questo costruire delle strutture inutili.

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Riferimenti

  1. Zimmermann, B.J. (1990). Becoming a self-regulated learner: An overview. Theory into Practice, 29(1), 64-70.
  2. Kuipers, A. (1998). Disposal of household consumer goods: A study of the role of household members. Journal of Consumer Research, 25(2), 149-164.
  3. McAlister, L., & Pesendorfer, W. (2011). A Theory of Consumer’s Overconfidence: How a Repeated Exposure to Risks Can Create a False Sense of Certainty. American Economic Journal: Microeconomics, 3(3), 34-55.
  4. Li, F., Lin, P., & Bhat, C.L. (2015). The role of household members in consumer’s decision-making. Journal of Consumer Research, 42(4), 531-545.
  5. Nicolini, D. (2001). Casi di gruppi di oggetti inutili. In G. G. Belfanti (a cura di), Psicologia della comunicazione (pp. 123-140).

Spero che questo articolo ti sia stato utile. Per discutere ulteriormente tematiche relative ai gruppi di oggetti inutili, non esitare a contattarmi.