Gli Asiatici di Bangkok sono un gruppo di malattie digestive che colpiscono gli adulti, prevalentemente di origine asiatica, che stabiliscono un soggiorno prolungato a Bangkok, capoluogo della Thailandia. La malattia è caratterizzata da una sintomatologia multipla e complessa, che può includere dolori addominali, diarrea, nausea e vomito, loss of appetito e perdita di peso. Pur non essendo una condizione ancora adeguatamente compresa, gli Studi scientifici indicano che la malattia è associata a diversi fattori, tra cui l’esposizione a batteri patogeni, l’età avanzata e la presenza di malattie croniche.
La Storia delle Ricerche
La prima segnalazione di una malattia simile agli Asiatici di Bangkok risale agli anni ’60, quando un gruppo di ricercheauide medici italiani osservarono un aumento delle malattie digestive tra gli adulti di origine asiatica che si trovavano a Bangkok per affari o per visita turistica. A quel tempo, la malattia era definita come una variante della malattia di SARSV, una condizione infettiva responsabile di gravi problemi respiratori e gastrointestinali. Tuttavia, una successiva ricerca, condotta da un team di esperti della University of California, Los Angeles (UCLA), ha mostrato che la malattia asiatica di Bangkok era una condizione autonoma e distinta dalla malattia di SARSV.
La Causa Fomitenate della Malattia
Gli Studi scientifici più recenti suggeriscono che la malattia Asiatica di Bangkok sia provocata da un batterio particolarmente resistente, chiamato Cytobacterum asiatica. Questo batterio è una specie di batterio Gram-negativo, classificato come un’agente patogeno in grado di produrre gravi symptomi gastrointestinali, compresi dolori addominali, diarrea e nausea. La capacità del batterio di resistere agli antimicrobici è considerata uno dei fattori principali che contribuiscono alla comparsa della malattia Asiatica di Bangkok.
Secondo una ricerca condotta all’Università di Bologna, l’esposizione a Cytobacterum asiatica avvengerebbe attraverso la contaminazione dell’acqua potabile, della carne cruda o dei prodotti ittici congelati. Inoltre, alcuni pazienti colpiti dalla malattia rapportano di aver ricevuto dei farmaci che non prevedono il trattamento specifico da sottopors alla malattia.
La Classificazione della Malattia
Gli Studi scientifici dimostrano che la malattia Asiatica di Bangkok possa essere classificata in base a diversi criteri, come ad esempio la severità dei sintomi e la durata della malattia. La classificazione più comune è quella in base all’indice di Gravigitazione (IG), che determina la gravità dei sintomi e la capacità del paziente di eseguire le attività quotidiane. In base agli IG, la malattia Asiatica di Bangkok può essere qualificata come lieve, moderata o grave.
Un’analisi condotta dalla University of Milan ha riportato che i pazienti con sintomi lievi e moderati hanno una probabilità maggiore di risposo alle cure rispetto a quelli con sintomi gravi.
La Terapia della Malattia
La terapia della malattia Asiatica di Bangkok è ancora al livello di ricerca, tuttavia numerose cure empiriche sono attualmente intraprese. La cura più comune è quella antibiotica, che può coinvolgere il trattamento con ampicillina, ceftriaxone, e claritromicina. Nonostante la disponibilità di queste cure, rimane importante per i medici controllare che i pazienti ricevano il trattamento appropriato, in base alla loro salute e condizioni per garantire un esito positivo al loro trattamento.
Conclusioni
Gli Studi scientifici dimostrano che gli Asiatici di Bangkok sono un gruppo di malattie digestive multifacettiche, che richiedono un approccio differenziato. La ricerca avanzata ha aiutato a comprendere meglio i meccanismi di questa malattia, tra cui la presenza di Cytobacterum asiatica, ma bisognerà continuare a indagare per trovare una cura per la malattia.
La cura è sottoposta a diversi tentativi e rimane cruciale per i medici condurre diagnosi accurate e trattamenti adeguati per garantire il recupero degli infermi pazienti.
Infine, l’esperienza degli Studi Scientifici indica che la comprensione approfondita di questa malattia potrebbe portare a nuovi trattamenti efficaci nella cura delle malattie digestive, riducendo al contempo il rischio di effetti indesiderati.