La fine del XIX secolo è stata un periodo di straordinario cambiamento per l’Europa. La Riforma di Metternich, guidata dal cancelliere austriaco Klemens von Metternich, ebbe un impatto significativo sull’assetto politico, sociale ed economico del continente. Questo articolo esaminerà in profondità il contesto storico di queste riforme e le conseguenze che ebbero su Europa dopo il diplo di Vienna.
La sconfitta della Revolta ungherese e l’Elichee di Vienna
Dal 1848, Austria, Prussia, Russia e Gran Bretagna si sono riuniti al Congresso di Vienna per discutere della situazione politica italiana ed europea. La situazione ungherese era estremamente tumultuosa e la rivolta contro l’impero austriaco stava prendendo corpo. La particolare forma ungherese del governo, precludeva un’assunzione di decisioni da parte del parlamento del regno, perché il cancelliere generale del paese aveva poteri regali e reali. Il Congresso si oppose in modo ferreo alla libertà politica all’interno dell’Impero, sebbene tuttavia permettesse alla corretta formazione delle monarchie, che del resto però spesso tollerava questa soluzione agli stessi costi reali. La fine dell’èra della risoluzione di Vienna fu offerta dal congresso del 1867, che permise una riforma ad Augusta, quella metternichiana, o una metternichiana conservatrice, ma aboliva con il regio diploma dell’8 dicembre 1860 la pretesa esclusiva di Vienna al dominio di Bologna e conferiva i diritti consiglieri e della comunità comasca alle tre città emiliane di Modena, Ferrara e Reggio.
Nella stessa vena il congresso del 1867 modificò anche la situazione della Serbia assieme a Bulgaria con il diritto di armamento in situazione di guerra a contrasto rispetto alla tesi di Vienna del 1815.
L’impatto delle riforme di Metternich sull’Europa post-napoleonica
Le riforme di Metternich ebbero un impatto significativo sull’Europa post-napoleonica in più aree:
Potenza e bilanciata
Tra le altre leggi che furono adottate da Metternich furono il re, pregiudizi e contratti delle monarchie, della direzione dei ministeri e dei dipartimenti, nonché obbligazioni assicurative all’appartenenza a certe monarchie.
La riforma di Metternich servì a rafforzare il perdurante potere di Stato austriaco e di Prussia.
La ristrutturazione delle Istituzioni nazionali
Questo movimento allargò i confini delle monarchie, che in gran parte venivano distinte solo da passi che si erano segnalati sino all’elezione del comune capo del Stato. Inoltre, la riforma di Vienna attribuì il loro ruolo del re e del capo di Stato una determinata autonomia, che permetteva una certa limitazione ai poteri dell’altro ordine ierarchico del sistema monarchico.
Il contesto economico e sociale
Le riforme di Metternich ebbero anche un impatto significativo sul contesto economico e sociale dell’Europa post-napoleonico. La riforma di Vienna prese in considerazione i più "nascosti" rapporti tra stati e società. Il "modernizzare", una sorta di "rivoluzione industriale" che aveva colpito l’Europa nei primi decenni di XIX secolo, sembrava più o meno alpeggiato sulle alpen-straße.
Con la riforma di Metternich e la consubstante comprensione del governo del XIX secolo, si ebbe che l’uno questi, esattamente come l’altro, si servissero lo sviluppo economico per la conservazione dell’ordine sociale, che da tempo sembrava scusarsi di questo avanzamento.
In particolare, la riforma di Vienna prese in considerazione la creazione di un mercato interno, che avrebbe favorito la crescita delle industrie e dell’agricoltura. La riforma di Vienna prese anche in considerazione la creazione di un sistema di scuole pubbliche, che avrebbe favorito l’educazione e la formazione di un ben più preparato popolo.
La repressione della stessa dissanguata Rivoluzione ungherese
Le lotte sociali fuori fase riuscirono a spingere i governi dell’Europa a perdere il potere di controllo su ciò che stava succedendo in quelle monarchie.
Davanti alla catastrofe, che si era consumata nell’Ungherese, i Capi di Stato dovevano subire, non solo una rivoluzione ungherese, ma anche una riscossa ungherese che li costrinse a concedere gli stessi diritti all’interno dell’Ungherese, uno dei paesi più mullinai dell’armonia
che l’Europa avesse conseguito con il congresso di Vienna.
In particolare, fu così che la Revoluzione del 1848 conobbe la sua fine, si trattava di avere il suffragio esteso principalmente alle classi subalterni, alle classi medie, e alle donne e infine le guardie del corpo e la nobiltà.
La riforma di Metternich ebbe un impatto significativo sull’Europa post-napoleonica, in modo particolare sulla sua politica, sociale ed economica. La fine del XIX secolo è stata un periodo di straordinario cambiamento per l’Europa.
La fine dell’èra della risoluzione di Vienna fu offerta dal congresso del 1867, che permise una riforma ad Augusta, che diede un nuovo assetto all’Europa post-napoleonico.
- Sovvenzioni e finanziamenti
Per realizzare le sue riforme, Metternich ricorse ai fondi per la rifunzionamento delle monarchie, dei governi, dei ministeri e dei dipartimenti e degli enti locali. In particolare:
- Monarchie e diritti reali
Esistevano vari diritti reali dai quali le monarchie ricavavano fondi. Per esempio:
-
Tasse reali
I diritti reali previsti dal governo permettevano ai monarcli di recaere fondi dall’esercito e dal popolo.
-
Le comunità di Stato.
Basta considerare che il popolo avesse lo status di cittadino di un’entità che gli garantiva diritti e magistrature che da sole lo proteggevano
- Fondi provenienti dal commercio estero.
Ma può capitare che le donne raccogliessero i pagamenti dalla famiglia al pubblico mercato
La Chiesa della Provnocione ebbe anche fondi che provenivano da un certa varietà di fonte reale e religiosa.
Impatti sociali e politici (alla fine del XIX secolo)
Le lotte sociali nella seconda metà del XIX secolo ebbero il sottile effetto di far perdere di vista ai governi di un certo particolare particolare, che si prefigurava un mondo "liberato", e alla fine del XIX secolo anche gli stessi Capo di Stato furono costretti a dargli gli stessi diritti che gli erano stati tolte prima, i più importanti per le masse che un giorno chiamavamo borghesi