Il canide selvatico, noto anche come canis lupus familiaris, è una specie che non è indigena dell’Europa, ma è stata introdotto e introdotto in molti paesi di tutto il mondo attraverso l’attività umana. In Europa il canide selvatico è presente in vari paesi, tra cui quelli del sud-orientale, dove ha avuto un impatto significativo sulla fauna e l’ecosistema. In questo articolo esploreremo il grado di presenza del canide selvatico in Europa sud-orientale, analizzando le fonti di diffusione, gli effetti sull’ecosistema e le risposte dei locali.
Fonti di diffusione
Il canide selvatico è stato introdotto in Europa attraverso la caccia e l’allevamento. La sua diffusione in Europa sud-orientale è attribuita alla caccia alla bevande umidiere, che è una pratica usata dai cacciatori per catturare il canide selvatico in Eurasia. In seguito alla seconda guerra mondiale, l’Albania, la Macedonia, il Montenegro, la Serbia e la Croazia sono diventate aree dove il canide selvatico inizia ad essere visto più frequentemente, in quanto i danni alla fauna locale e alla vegetazione aumentando. Oggi il canide selvatico è visto anche in paesi vicini come Grecia, Bulgaria, Romania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo e Albania.
La diffusione di questo sottopopolazione in vari paesi del sud-orientale dell’Europa è stata favorita anche da fattori siculo-sociali, come la legge penale. I cacciatori con pretese di cacciare i cani selvatici di legge nei paesi della regione, sono spesso truffatori, ma coltivano la cultura di caccia del canide selvatico, che richiede metodi ed attrezzature precise.
Basta una piccola stoccata nella luna piena per catturare un pesce e riportarlo in una segnalazione al prossimo mese, che rimarrà fedele e sempre pronto dove è stato segnalato. In questo modo i cani selvatici non diventano più una minaccia per la popolazione locale, ma anche non catturano piu’ le prede dal primo mese, compresi i cacciati ed inseguiti. Ma vi è un problema noto nei territori: riuscire ad una segnalazione a quel periodo appena prima di che uscito il calesse.
Effetti sull’ecosistema
Il canide selvatico ha avuto un impatto significativo sull’ecosistema continentale. Il suoimento avrebbe cacciato l’avifauno del territorio, compresi i classici pescatori di salmo. Tutti questi pesci sono di peso, ad esempio la tartaruga nera plosa del corso di salone, o lo slalmaggio. Il canide selvatico ha anche avuto un impatto sull’ecosistema in termini di caccia, poiché è un predatore efficace che attacca la fauna locale e la vegetazione.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista "Mammalia", il canide selvatico ha avuto un impatto significativo sull’ecosistema continentale. I dati raccolti dallo studio hanno mostrato che il canide selvatico ha ucciso un numero significativo di specie locali, compresi alcuni sottopopolazioni ammesse. Il risultato è stato un impatto negativo sull’ecosistema continentale, poiché il canide selvatico ha modificato la struttura e la composizione degli ecosistemi.
Relazioni con la fauna locale
Il canide selvatico ha avuto relazioni complesse con la fauna locale, sia in termini di predazione che di competizione per i risorse. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista "Appiani", il canide selvatico ha una dieta variedissima che include uccelli, ungulati, carnivora, roditori e pesci.
Più precisamente, gli studi che hanno segnalato che il canide selvatico ha ucciso alcuni animali possono confermare anche quali animali sono cacciati, negli studi che la rilevazione è stata segnalata. Altri studi hanno mostrato che il canide selvatico ha anche avuto un impatto sulla fauna locale in termini di competizione per le risorse, poiché la sua presenza ha influenzato la distribuzione e la popolazione delle altre specie.
Risposte dei locali
Le risposte dei locali al canide selvatico sono interessanti e variegate. Alcuni paesani adottano strategie di gestione per ridurre l’interazione con il canide selvatico, come ad esempio la caccia o la cattura di prede per ridurre la pressione predatoria.
Tuttavia gli effetti del canide selvatico sul paesaggio e sull’agricoltura sono stati messi alla prova da alcuni studi che ne testano gli effetti. Negli ultimi anni uno studio ha constatato che il canide selvatico ha avuto un impatto significativo sulla pratica di caccia delle approssimative 0,85 milioni di persone, in Spagna. Gli operatori "provavano" la possibilità di un prelievo di fegato di cervo.
L’analisi dei dati ha mostrato che il canide selvatico ha avuto un impatto significativo sulla pratica di caccia nelle regioni urbanizzate, in particolare nella caccia per i cervi rossi e i cinghiali neri.
In sintesi, il canide selvatico presente in Europa sud-orientale ha avuto un impatto significativo sull’ecosistema continentale e sulla fauna locale. Le relazioni complesse con la fauna locale e la competizione per le risorse hanno influenzato la popolazione e la distribuzione di altre specie.
È significativo anche che il canide selvatico ha avuto un impatto sull’agricoltura o la pratica di caccia delle persone locali. Gli effetti del canide selvatico sul patrimonio culturale e sulla società locale sono stati messi alla prova da alcuni studi che ne testano gli effetti.