La parola "Antica Città dell’Alto Egitto" sembra evocare immagini di una civiltà antica, avanzata e segreta, ma cos’è veramente? La risposta a questa domanda si trova nella lontana Valle del Nilo, in Egitto, dove le prime civiltà umane si affermarono intorno al 5.000 a.C. In questo articolo, esploreremo le scoperte scientifiche e gli studi di caso relativi allo sviluppo delle antiche città dell’Alto Egitto, con particolare attenzione alle loro influenze nel Mediterraneo.
Origini e Sviluppo delle Antiche Città
Le antiche città dell’Alto Egitto, come Adelfa, Fayum e Memphis, erano già presenti intorno al 4.000 a.C. Queste città erano concentrate attorno al fiume Nilo e sviluppavano una complessa società, con una struttura gerarchica e una forte divisione tra classe dirigente e popolazione contadina. Gli scavi archeologici hanno consacrato che queste città erano densamente abitate e che i loro abitanti vivevano in complessi di case in pietra, con strade assolate e sistemi di irrigazione avanzati.
Uno dei più importanti siti archeologici dell’Alto Egitto è certamente il tempio di Karnak a Luxor, che risale al 2.100 a.C. e che conta una lunga storia di costruzione e ristrutturazione. Il tempio è dedicato al dio Amon-Ra e presenta una struttura complessa, con templi, santuari e obelischi. Gli scavi hanno rivelato la presenza di innumerevoli statue, oltre a preziosi gioielli e oggetti di culto.
Scoperte nel Contexto di Architettura e Urbanistica
Gli studi di caso relative alle antiche città dell’Alto Egitto hanno rivelato una particolare attenzione per l’urbanistica e l’architettura. Ad esempio, gli scavi a Memphis hanno dimostrato che i costruttori dell’epoca avevano sviluppato tecniche avanzate di ingegneria civile per realizzare strutture come la piramide di Chefren. Questa opera, che risale al 2.560 a.C., è costituita da più di 2 milioni di lastre di pietra e ha una base quadrata che misura 230 metri ogni lato.
Uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science ha analizzato le tecniche utilizzate per la costruzione della piramide di Chefren. I ricercatori hanno scoperto che i costruttori dell’epoca avevano utilizzato un sistema di lastre di pietra sovrapposte, con cavi e bulloni in legno per collegare le lastre e garantire la stabilità della struttura. Questa scoperta ha contribuito a chiarire il modo in cui le antiche civiltà egizie riuscivano a costruire strutture così complesse e lunghe.
Scoperte nell’Area di Archeologia
Gli scavi archeologici nelle zone dell’Alto Egitto hanno rivelato una fauna inedita ed esotica. In particolare, uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science ha analizzato resti di ossa di animali scoperti a Naukarta, un antico villaggio lungo la costa del Mar Rosso. I ricercatori hanno scoperto che l’area era popolata da animali esotici come ippopotami e leoni marini, che furono cacciati dai primi abitanti dell’area.
Uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science ha analizzato la presenza di grani di riso in una tomba dell’Alto Egitto. Questo studio ha rivelato che i primi abitanti dell’area produssero il riso in quantità significative intorno al 4.000 a.C.
Rinvenimenti e Nuove Saggezze
Gli scavi archeologici nelle campagne dell’Alto Egitto continuano a rivelare reperti storici e nuove evidenze scientifiche. Una recente scoperta presso la necropoli di Abusir ha rivelato un deposito di mummie intatte, datato intorno al 2.000 a.C. Questa scoperta potrebbe offrire nuove informazioni sulla teoria funeraria nel vecchio mondo.
Gli scavi alla Thinita Funerary Complex hanno rivelato un raro papiro uscito dall’inferno di Tebe, un importante tempio egiziano venerato circa 3000 a.C. Questo papiro mostra la più antica rappresentazione di un testo delle religioni profane, stesi sull’Usterna della regione della città.
Influenze nel Mediterraneo
Le antiche città dell’Alto Egitto hanno influenzato profondamente la cultura e la politica mediterranea. Il Mar Rosso, che attualmente corrisponde al Mar Egeo, era un importante luogo di scambio e scambio commerciale nel Mediterraneo orientale. Gli egizi esportavano prodotti come lino, papiro e vetro, mentre importavano affreschi, stucchi e tappeti filati dalla Grecia.
Gli scavi a Cipro hanno dimostrato che gli esploratori dell’area a metà del II millennio a.C. hanno aperto commerci regolari con Tebe, il cuore del potente Stato Medio Egiziano, consentendo l’esportazione di monili, pannocchie d’oro e alabastri oltre al tuffio sfruttato s’Anubis da parte dei re d’allor. I tesori di Enkomi, una città cretese e palaziale in Cipro, contenevano tracce di questo legame e sono il primo centro urbanizzante dove questa presenza di beni e d’oro e/o prestito ai sovrani di Tebe.
Gli scavi archeologici hanno rivelato che le città dell’Alto Egitto erano già conosciute come sede di importante commercio commerciale e che le merci erano tratte da pescherecci o attraverso i mercanti mercanti che commerciavano lungo rivere africane, provenendo da una corrente meridionale proveniente da regioni sfruttate sia della Siria e la Libia.
Inoltre, gli scavi alla necropoli di Tanis, una città deltaica della Nubia nel delta del Nilo, hanno rivelato che la regione era un centro di officine per la produzione di affreschi ad alte tempeste noto attorius da questa zona per affinare a lungo. I pittori utilizzavano abitazioni esotiche per documentare iconografiche descritte durante le occasioni religiose ritualizzando templi d’offerta di benedicene in vita.
Gli scavi alla El-Lahoon, un cimitero di monumenti circolari islamizzati localizzato nei pressi di Massera, a due a tre km da Sakkara, nel distretto di Memfi, hanno rivelato la presenza di sculture, ceramiche e vasi, intreccio ed oggetti votivi. La diario esistente non sono che un’asta sul 30º anniversario della fondazione del sistema religioso e la riproduzione di un’apocrita fondamentale, ormai data, dei 32 primi coloni egiziani.