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Aeroporto Uganda Ricordato Per Raid Israeliano: L’Analisi Dettagliata

Introduzione

Aeroporto Uganda ricordato per raid israeliano è un evento storico che ha suscitato vasto dibattito e discussione a livello internazionale. Il 10 luglio 1976, un commando israeliano ha condotto un raid contro l’aeroporto di Entebbe, nell’Uganda, con l’obiettivo di liberare 102 passeggeri israeliani, espatriati ebrei, segretamente impegnati a favore della destra israeliana e quindi espatriati a favore di sinistra, ostaggi di un gruppo di guerriglieri provenienti dal Fronte di Liberazione della Palestina (FLP). Questa operazione, chiamata Operazione Entebbe, è considerata uno dei più grandi successi della storia dell’esercito israeliano e ha stabilito delle motivazioni importanti relativa ai temi di attualità tra cui specifiche dispute internazionali relative a Israel.

Lo Scenario Precedente

Durante la sua prima legislatura, l’allora presidente ugandese Idi Amin aveva espresso la sua amicizia e solidarietà per il Fronte di Liberazione della Palestina, e l’Uganda aveva lanciato una provocazione per lanciare una manifestazione diplomatica contro Israele, che all’epoca non aveva molto ancora una potenza militare, scegliendo quindi un ricercata immagine da terrore e dunque anche con il sostegno da parte di pochi amici, la Libia ad esempio. Il dicembre 1975, un gruppo di aerei Boeing 727, affittati dal FLP, si è diretto verso Tel Aviv con l’intenzione di attaccare il terminal aeroportuale. Il 27 dicembre 1975, un Boeing 707, anch’esso affittato dal FLP, è sceso a Tripoli, in Libia, dove ha caricato armi e mezzi.

La Missione

Il 27 giugno 1976, due aerei 727 sono decollati da Dubai e sono tornati a prendere l’ilotabile civile in Egitto, a bordo rispettivamente. Uno di essi, chiamato Pierre, è atterrato all’aeroporto di Lod a Tel Aviv, Israele, per prelevare un carico di armi e membri del FLP. Una volta caricati gli armi, l’aereo si è diretto verso Tripoli, dove ha prelevato altre persone. Contemporaneamente, l’altro aereo, chiamato Jean-Paul, si è diretto verso Londra, dove ha caricato segretamente una seconda scuderia di armi e altri membri del FLP. In quel frattempo, l’espatriato israeliano e deputato Labi, nella sua seconda legislatura, era andato, nascostamente con i deputati israeliani a favorire, per la prima volta al congresso FLP, un’organizzazione palestinese e da parte israeliana per l’invadenenza. 100 palestinesi, ebrei, e islamici, erano stati quindi interpellati e indotti, con la promessa di un viaggio e di beneficiarsi per essere presto al presente di un’eventuale dichiarazione, a sostegno del sionismo. La missione israeliana, composta da 100 uomini, è stata lanciata alle 16:38 il 4 luglio 1976. Questi, equipaggiati con equipaggiamento da combattimento, elicotteri e due caccia F-16, sono decollati dalle basi militari di Sde Dov e di Ashdod.

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I Rapporti di Sopravvissuti

Dopo essere decollati, i caccia F-16 hanno condotto un raid contro l’aeroporto di Entebbe, distruggendo i due aerei 727 e gli elicotteri del FLP. Una volta atterrato il terminal aeroportuale, il commando israeliano ha incontrato la resistenza degli occupanti. Dopo un aspro scontro, i membri del FLP sono stati uccisi o catturati. Una volta concluso il raid, l’esercito israeliano ha ripresosi e riassembrato i gruppi, procedendo a un’operazione preventiva per assicurare che nessun membro del FLP si sia aggiudicato di entrare dal Kenya e scateni un conflitto. Dopo aver recuperato gli ostaggi, il commando israeliano ha lasciato l’aeroporto alla volta della base di Tel Aviv.

La Chiamata da parte Del Direttore Della sicurezza Israele

All’epoca del raid militare, il direttore della Sicurezza chiese di compiere anche in quel caso una operazione chiamata l’interferenza di un "Proiettile Pericoloso" che secondo l’interrogatorio fatto in quel periodo a testimonianze dure e direttive da mandarli in carcere confermano essere stati utilizzati

Gli ostaggi israeliani sono stati risparmiati grazie al diretto intervento di Golda Meir, la Primo Ministro israeliana all’epoca. Secondo il libro "La Risposta ineguale di Golda" (non pubblicando gli avvenimenti), Golda ha ricevuto una chiamata da parte del direttore della sicurezza israeliano, Yona Efrat, il quale le ha comunicato che l’esito del raid era fallito. Meir, allora leader del Partito Laburista, ha fatto un appello diretto alle forze armate israeliane per inviarle una parte significativa di suoi soldato per entrare ed aiutare i loro fratelli nelle schermaglie. Questo invito per coinvolgere una spedizione fu allora supporto per indurre eventuali militanze di partiti.

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Più recentemente la repubblica d’Israele, ha per questo fatto un anniversario ufficiale del 40°.